Alberi abbattuti a Pistoia, fonte iltirreno.gelocal.it/
La furia dei cicloni mediterranei tende ad essere sempre più devastante, come ci stiamo accorgendo dal meteo degli ultimi anni. Per cicloni mediterranei, si intende quelle che sono le tipiche depressioni del Mare Nostrum, senza pertanto scomodare i cosiddetti “medicanes”.
Senza andare lontano e limitandoci a quanto avvenuto negli ultimi mesi, a fine gennaio abbiamo avuto un ciclone da record, che si è approfondito tra Sardegna e Tirreno fino a valori da record per il periodo, scatenando maltempo e venti tempestosi.
Vento oltre 200 km/h in Francia, altra meteo tempesta in arrivo
A fine ottobre 2018 un altro potente ciclone, stavolta autunnale, ha innescato venti di potenza estrema che hanno sventrato i boschi alpini del Veneto e della Valle Brembana, lasciando un disastro paragonabile solo a quello del novembre 1951.
Eventi di questo genere stanno diventando sempre più ricorrenti, con tempi di ritorno che si stanno sempre più accorciando. Sono trascorsi appena 4 anni da un altro evento tempestoso eclatante: era il 5 marzo 2015 quando la furia esplosiva del Ciclone Anton si scatenò con potenza distruttiva sul Centro Italia.
Meteo storia: la tempesta del 7-9 gennaio 2018 sul Nord Ovest
I venti tempestosi generarono danni di proporzioni enormi sulla Toscana, la regione in assoluto più colpita dai venti di Tramontana e Grecale. Tetti scoperchiati, grossi alberi sradicati e diverse pinete vennero rase al suolo, crollo di muretti e persino qualche tir ribaltato.
Autodromo del Mugello con le tribune devastate
Estese pinete praticamente rase al suolo in Versilia, grossi pini abbattuti anche nei giardini delle ville di Forte dei Marmi. Foto Massimo Sestini
La tempesta eccezionale, che non risparmiò quasi nessuna zona della regione, provocò infatti grossissimi disagi ai trasporti e persino alla viabilità in autostrada. Danni gravissimi si registrarono anche all’autodromo del Mugello con le tribune letteralmente devastate dalla furia del vento.
Notevoli disagi si ebbero nei trasporti anche in autostrada. Altrove una lunga catena di alberi tristemente abbattuti, con i danni della tempesta dalla Versiliana fin verso la Maremma (strage peggio di uragano, leggi qui). Le raffiche di vento toccarono picchi davvero da record, in molti casi senza precedenti negli ultimi decenni.
A Firenze e dintorni si superarono i 130 km/h, ma in alcune località della provincia a ridosso dell’Appennino e sui valichi la furia del vento è stata anche maggiore, con punte massime di raffiche catabatiche, in uscita dalle valli, persino prossime ai 200 km/h.
Pubblicato da Mauro Meloni