Autore di libri memorabili, da “L’occhiale malinconico” (Adelphi) a “Un viaggio in Italia 1981-1983” (Einaudi) fino alle straordinarie traduzioni dei Salmi. Lo ricordiamo con alcuni brani tratti da “Ti saluto mio secolo crudele” (Einaudi)
“Ti saluto mio secolo crudele” è un dolorosamente ironico commiato dal ‘900, il secolo in cui gli uomini hanno affinato al massimo la propria atavica crudeltà.
“…il Cinema è vissuto nel tempo e il suo arco è compreso in una settantina d’anni del XX. Il prima e il dopo sono stati fetale e lento disfacimento (o peggio, imbalsamazione)… Il Teatro, invece, è senza tempo e i suoi messaggi vengono recapitati da millenni e non avranno tramonto”.
“I condizionamenti dell’uomo sulla Terra sono invincibili. Se qualcuno potrà, come noi non possiamo, mettere la testa fuori dalla storia umana come si svolge sulla Terra, probabilmente la vedrà come un gigantesco errore”.
“Nella sua continua fuga dalle conclusioni di una carriera mortale, l’America è diventata non il caput mundi della libertà poetica, bensì il caput mortuum della modernità: il capitalismo si è trasformato in un teschio”.
“Incontestabile mi pare il calo del desiderio maschile indotto da qualunque tipo di calzoni di uso femminile. Declinano le voglie ingorde e prospera il cameratismo indifferenziato. Amen. Anche questo è stato, se non inventato, dal mio secolo reso universale e impaginato eticamente in imprevedibili conseguenze”.
“Difficile essere ebreo, si dice. Difficile ancor più essere donne, siano gonna o calzoni a ricoprirle”.
“I fumatori temono poco i tumori relativi -ancora meno di baciare petali di rose con bocche fertili di fetidità. Per me sono oggetto di stupore certi uomini (quasi tutti, forse, fumatori o no) che si sposano, hanno compagne e amanti che sembrano amarli, invecchiano con le loro conviventi o addirittura invidiabilmente ne pigliano di giovani da tenere nel marsupio, puzzando sempre, da averne disagio anche per uno scambio di parole sottovoce … quando gli aliti fetidi cesseranno, il Messia verrà, certamente”.
(Da Cornelius Castoriadis, Une société à la dérive, Seuil 2005) “La tecno-burocrazia attuale, economica come scientifica, è incapace di ragionamenti ponderati (la frònesis aristotelica), in quanto non esiste e non è spinta che in vista del delirio dell’espansione illimitata”.