Uno studio internazionale coordinato dalla Fondazione Gemelli annuncia la scoperta. La patologia provoca purtroppo la morte per insufficienza respiratoria entro 5 anni dalla diagnosi. Il Viagra migliora l’efficacia delle cure e forse anche la vita…
Associare il principio attivo del Viagra, il sildenafil, a uno dei farmaci già in uso contro la Fibrosi polmonare idiopatica migliora l’efficacia delle cure. Lo ha scoperto uno studio internazionale coordinato da esperti della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS – Università Cattolica e pubblicato sul New England Journal of Medicine.
La Fibrosi polmonare idiopatica è una patologia dei polmoni caratterizzata da una progressiva perdita della funzione respiratoria, che conduce alla morte generalmente per insufficienza respiratoria in media dai 3 ai 5 anni dopo la diagnosi (purtroppo solo circa il 30 per cento dei pazienti sopravvive 5 anni dopo la diagnosi, una prognosi peggiore della maggior parte delle patologie oncologiche). Si calcola che in Italia circa 5.000 nuovi casi di malattia siano diagnosticati ogni anno. I maschi sono più frequentemente affetti delle femmine e, benché la malattia possa colpire a tutte le età, la maggioranza dei casi viene diagnosticata in persone che hanno più di 65 anni. Il nuovo studio è stato condotto in Australia, Belgio, Canada, Francia, Germania, India, Italia, Giappone, Messico, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti, coordinato a livello globale dalla Cornell University di New York. In tutto sono stati arruolati 274 pazienti, di cui 5 presso la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCSS.
“L’idea di usare questa associazione farmacologica – spiega Luca Richeldi, ordinario di Malattie dell’Apparato Respiratorio dell’Università Cattolica e Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Pneumologia della Fondazione Policlinico Agostino Gemelli IRCCSi – deriva da un precedente studio che ha valutato il solo sildenafil confrontandolo con placebo, da cui pareva ci fosse un effetto benefico. Il nuovo studio ha voluto valutare l’associazione dei due farmaci”. Nel nuovo studio i ricercatori hanno dimostrato che uno dei farmaci già approvati per il trattamento della fibrosi polmonare idiopatica (nintedanib) nei pazienti con malattia lieve-moderata, può essere usato anche nei pazienti più gravi (nei quali al momento non è autorizzato per l’uso). “Inoltre abbiamo visto che aggiungere il principio attivo del Viagra alla terapia con nintedanib migliora l’efficacia delle cure”, dice Richeldi.
“Anche se l’endpoint primario (la finalità) dello studio (la qualità di vita misurata con il questionario ‘Saint George’) ha dato esito negativo, i risultati suggeriscono che l’associazione dei due farmaci (almeno nei pazienti più gravi) dà performance migliori del solo nintedanib per preservare la funzionalità polmonare”, aggiunge. I risultati sono interessanti sia perché riferiti a una popolazione di pazienti gravi per i quali abbiamo poche possibilità di trattamento, sia perché il sildenafil è un farmaco generico in gran parte del mondo (e quindi a basso costo). Anche se il meccanismo attraverso il quale il sildenafil riduce la progressione della fibrosi non è completamente noto, si ritiene che l’azione principale avvenga a livello dei vasi polmonari, riducendo la produzione di fattori pro-fibrotici da parte delle cellule endoteliali. “Alla luce di questo studio – dice Richeldi – è possibile che le autorità regolatorie europee (inclusa l’AIFA) consentano l’uso del farmaco anche nei pazienti più gravi (come del resto già avviene in Paesi come gli Stati Uniti). E’ anche possibile che, essendo il sildenafil un farmaco generico, esso sia associato con il nintedanib, almeno nei pazienti più gravi”.
Fonte: Agi