(Agf)
Tim, Elliot, Vivendi
La battaglia per il controllo di Tim in vista dell’assemblea del 29 marzo è ormai entrata nel vivo, con i primi due azionisti che si sfidano apertamente a colpi di comunicati ed esposti. Se a maggio del 2018 era stato il fondo Usa Elliott a conquistare la maggioranza in assemblea e con essa il controllo del board, quest’anno è Vivendi che sembra intenzionata a recuperare il terreno perduto, con il gruppo francese che proporrà ai soci la revoca e sostituzione di 5 consiglieri. In un comunicato, in effetti, Vivendi aveva affermato che sull’indipendenza del presidente Fulvio Conti, uno dei membri del cda di cui chiede la revoca, “non si puo’ piu’ fare valido affidamento”, e questo perché Conti avrebbe “deliberatamente favorito i consiglieri nominati da Elliott, nonché tentato di occultare la propria condotta”.
A stretto giro la risposta di Elliott che invita a non concedere la rivincita a Vivendi, a evitare un ‘secondo round’ che significherebbe scegliere “tra la stabilità e il continuo recupero di valore per la società o il ritorno della cattiva gestione di Vivendi con le sue promesse non mantenute, la distruzione di valore e il disprezzo per le regole di buona governance”.
Da parte di Vivendi, secondo il fondo di Paul Singer, vi è un “consolidato disprezzo per le più elementari regole di corporate governance”, un comportamento “che caratterizza la società e il suo azionista di controllo Vincent Bollorè”, accusati di essersi rifiutati di “intrattenere con Elliott un dialogo costruttivo”, opponendosi “alla giustificata revoca delle deleghe all’amministratore delegato Amos Genish, da Vivendi stessa sostenuto”.
Lo stesso Genish è finito nel mirino del collegio sindacale di Tim che nella relazione per l’assemblea del 29 marzo ha notato “irregolarità” per aver ‘nascosto’ al board “un set sostanzialmente completo” di dati di previsione sull’andamento economico del 2018 che andavano a modificare il budget elaborato in precedenza. Oggi in Borsa il titolo, che la scorsa settimana aveva guadagnato terreno soprattutto per gli acquisti della Cassa Depositi e Prestiti ha ceduto lo 0,72% chiudendo a 0,5528 euro.
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