A Palazzo dei Normanni si rincorrono voci su possibili dimissioni di Nello Musumeci da governatore in Sicilia, dopo lo strappo nella maggioranza sul voto dei grandi elettori del Capo dello Stato. L’ANSA apprende che Musumeci vorrebbe annunciarle alla ripresa dei lavori parlamentari, che sono stati sospesi. Sono attimi frenetici nel centrodestra, l’assessore Toto Cordaro, che tiene i rapporti col Parlamento, in questo momento è nella stanza del presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè.
“Non posso non prendere atto dell’esito del voto espresso dall’Aula e del suo significato politico. Se qualche deputato – vile e pavido – si fosse illuso, con la complicità del voto segreto, di aver fatto un dispetto alla mia persona, si dovrà ricredere. Perché il voto di questo pomeriggio – per la gravità del contesto generale – costituisce solo una offesa alle Istituzioni regionali, a prescindere da chi le rappresenta. Nella consapevolezza di avere ottenuto la fiducia del popolo siciliano, adotterò le decisioni che riterrò più giuste e le renderò note entro le prossime 24 ore”. Lo dice il Governatore della Sicilia, Nello Musumeci.
Il voto. Per la Sicilia sono Gianfranco Miccichè di Forza Italia, Nunzio Di Paola del M5s e Nello Musumeci (Db), giunto terzo, i tre grandi elettori che voteranno per il Capo dello Stato.
I votanti sono stati 67, tre i deputati (tutti del centrodestra) in congedo. Il più votato è stato Miccichè, 44 preferenze. A seguire Nunzio Di Paola (32), che ha ricevuto più voti rispetto al numero dei parlamentari dell’opposizione che ieri avevano concordato di convergere sul capogruppo pentastellato. Il governatore Musumeci è giunto terzo con 29 voti, “tradito” dunque da alcuni franchi tiratori della maggioranza, avendo avuto meno preferenze rispetto al numero complessivo degli onorevoli di centrodestra. Ogni deputato ha espresso due preferenze, molti i voti singoli a Miccichè e Di Paola. Hanno ricevuto un voto i deputati: Giuseppe Lupo (Pd), Anthony Barbagallo (Pd), Antonello Cracolici (Pd), Nello Dipasquale (Pd), Michele Catanzaro (Pd), Baldo Gucciardi (Pd), Giuseppe Arancio (Pd), Claudio Fava (Centopassi), Michele Mancuso (Fi), Riccardo Gallo (Fi), Eleonora Lo Curto (Udc).
Fonte Ansa.it