E’ finito il tempo delle pacche sulle spalle e di chiamare “angeli” ed “eroi” gli infermieri.
E’ finito il tempo delle parole, si passi ai fatti e si dia vera dignità a una professione che finora ha dato tutto mettendo da parte la sua “normale straordinarietà” al fianco del cittadino per lavorare in costante emergenza, ammalarsi più e peggio di ogni altra categoria, rinunciare a ferie, permessi, progetti di carriera e di vita.
Con una lettera aperta a Governo, Parlamento, istituzioni e Regioni la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) parla chiaro: coagulerà una risposta unitaria, indipendente da appartenenze sindacali e partitiche, da ruoli e posizioni ed è pronta a far sì che “gli oltre 450mila infermieri chiedano conto di tutto ciò che non è stato fatto. Con l’etica che da sempre ci contraddistingue, ma con l’esasperazione che ormai ci investe”.
“Il mondo intero – scrive la FNOPI – ha riconosciuto gli infermieri come il motore, la spina dorsale, il futuro di ogni moderno sistema sanitario e sociale che voglia definirsi tale: l’Italia lo ha fatto solo a parole”.
“Stiamo perdendo l’ultima cosa che ci era rimasta: la speranza – si legge nella lettera -. La speranza di una Sanità e di una politica in grado di riconoscere percorsi di valorizzazione della professione infermieristica, con un adeguato ritorno economico e un sistema realmente meritocratico. Dalla bozza del nuovo contratto alla Legge di Bilancio; dalle riforme professionali ai percorsi accademici e universitari, niente sembra volersi concretizzare nella direzione delle richieste avanzate con forza e decisione dalla nostra Federazione Nazionale che, quale Ente sussidiario dello Stato, ha pur sempre mantenuto un dialogo serio e pacato per dovere istituzionale”.
“Gli Infermieri d’Italia – si legge ancora – da sempre attraversano a testa alta la paura e la morte, ma oggi una miope visione della politica ci fa impattare nella sfiducia e nella delusione. Ed è molto, molto peggio”.
La FNOPI non ha dubbi e lancia l’altolà: “Così muore una professione. Così si impedisce il ritorno degli infermieri formati in Italia e valorizzati all’estero. Così si ignorano il dolore e l’impegno di centinaia di migliaia di vite. Così si tradisce la fiducia dei cittadini italiani”.
“È ancora possibile scrivere una storia che restituisca dignità agli infermieri” sottolinea la Federazione, ma non c’è più tempo da perdere: Governo e politica sono avvisati, parole e promesse non bastano più.
Ora a queste devono seguire i fatti: “Se questo Paese, se i suoi decisori politici vogliono invertire questa rotta, lo facciano adesso: la FNOPI non può ancora continuare a lungo a cercare una mediazione che non esiste”.