Settima votazione. Si continua a cercare un’intesa. Il vertice dei leader di maggioranza è stato sospeso e riaggiornato. “Conte non è venuto”, spiega il leader Iv Matteo Renzi arrivando in Transatlantico. Fonti M5s fanno sapere che “il presidente Conte e gli altri leader hanno convenuto di aggiornare più tardi in mattinata il vertice di maggioranza”. Hanno partecipato Matteo Salvini, Enrico Letta, Matteo Renzi e per la prima volta Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia.
Disponibili a sostenere oggi Pier Ferdinando Casini per il Quirinale: è quanto è emerso al termine di una riunione notturna alla quale hanno partecipato il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani, Lorenzo Cesa dell’Udc, Maurizio Lupi per Noi per l’Italia e Giovanni Toti e Paolo Romani per Coraggio Italia. Un vertice importante perché, dopo lo strappo tra Forza Italia e il resto del centrodestra, sancisce la nascita di un nuovo gruppo di grandi elettori che porteranno avanti trattative autonome. “Il mio nome può essere sul tavolo solo se rappresenta un momento di unità e di convergenza. L’Italia viene prima delle nostre ambizioni personali”, ha risposto Pier Ferdinando Casini ad un cronista dell’ANSA che lo ha intercettato.
“Oggi si riparte con un elemento in più: il centrodestra si è formalmente spaccato. Politicamente è un punto essenziale”. Lo ha detto il segretario Pd Enrico Letta all’assemblea con i grandi elettori alla Camera. “Si è ragionato di vari nomi, tanti, dal nome di Draghi, a Mattarella, la Cartabia, la Severino, la Belloni e gli altri come Amato e Casini. Attorno a tutti questi nomi si è cominciato a discutere. Poi ciascuno ha fatto delle verifiche a casa sua”, ha detto Letta. “L’intero sistema politico-istituzionale si regge attorno al Capo dello Stato e al capo del Governo, che sono sopra la mischia”, ha aggiunto Letta. “Quel fragilissimo equilibrio retto attorno a due personalità straordinarie può essere modificato solo se c’è una intesa complessiva che tiene e, affinché ci sia, c’è bisogno della nostra logica del né vincitori né vinti. Questa logica per adesso ispira noi, ma non tutti gli altri”. “Altrimenti, il Parlamento ha una sua saggezza e mi sembra che si stia esprimendo. Assecondare questa saggezza è anche questa democrazia”. “È durissima. Fortuna che c’è il Pd. Fortuna che c’è l’unità del Pd”, ha aggiunto Letta fra gli applausi.
Ieri nuova fumata nera dopo la votazione per l’elezione del presidente della Repubblica. Sono stati 336 i voti per Sergio Mattarella. Nella quinta la candidatura Presidente del Senato Elisabetta Casellati aveva ottenuto 382 voti.
Ansa