Fino al 24 luglio 2022 la Basilica di San Celso a Milano ospita la mostra personale di Claudia De Luca Le camere dello scirocco a cura di Elisabetta Mero.
Il progetto site specific, realizzato da Claudia De Luca per la Basilica, prevede la realizzazione di ambienti che rimandano alle “camere dello scirocco”, vere e proprie stanze interrate o seminterrate scavate nella roccia al di sotto dei palazzi o nei giardini delle ville palermitane tra il XVI e il XVIII secolo.
Le camere venivano utilizzate come luogo di rifugio e di protezione dalla calura estiva. Grazie a un ingegnoso sistema costituito da una grotta artificiale, una corrente d’aria e la presenza di acqua, in questi luoghi era possibile resistere piacevolmente all’afa estiva. La mostra prende spunto da questa radice storica ed architettonica che l’artista immagina di “ricreare” nella Basilica di San Celso.
Protagonista dell’installazione di Claudia De Luca è la tarlatana, un tessuto impalpabile, simile alla garza che viene manipolato dall’artista che per l’occasione crea, all’interno della Basilica, delle stanze. Luoghi in cui i visitatori possono condividere uno stato di sollievo e piacevolezza. In mostra, disseminate per le stanze, 100 opere di piccolo formato (15 x 20 cm) a creare un tappeto-mosaico in cui emergono frammenti corporei come moderne reliquie che l’artista descrive così: “Attraverso una rilettura personale della mia pratica artistica, emerge una sospensione leggera che investe sia il corpo che la mente. Quando la malinconia dell’attesa e la quiete del silenzio si stendono sui corpi, i tessuti provano a dar loro una forma, facendo emergere pelle, muscoli e nervi su cui poter scrivere una narrazione intima e privata”.
Forme materiche intrise di cera, legno, tessuto e materiali naturali. Questi sono gli strumenti di lavoro dell’artista che prova a rendere ogni opera parte di un corpo metamorfico che nel chiarore della quiete, respira e riposa. Le forme che ne derivano si spazializzano come oggetti muti, compositi e stratificati. Un tempo antico sembra essersi sedimentato tra le pieghe dei tessuti e proprio in questa temporalità si aprono visione oniriche.
Una mostra approdo per Claudia de Luca dalla forte valenza spirituale, seconda tappa di un percorso espositivo che terminerà in autunno a Venezia. In passato la materia tessile era utilizzata in modo più violento e “barocco” simbolo di una battaglia ancora in corso, una ricerca di armonia e serenità. Le camere dello scirocco diventano così metafora dell’anima quando finalmente raggiunge un momento di quiete e ristoro. Un punto d’arrivo passando attraverso il dolore che il tessuto-epidermide ci fa intravedere. Una metamorfosi deleuziana condivisa verso il risveglio personale e collettivo intriso da un desiderio infinito di cura e amore per sé stessi.