(ANSAMed) – BEIRUT, 22 AGO – Altri silos di grano del porto
di Beirut sono crollati nelle ultime ore dopo che tra la fine di
luglio e i primi di agosto le prime otto torri dei granai dello
scalo marittimo erano crollate a causa di un incendio mai spento
da parte dei vigili del fuoco e sul quale le autorità hanno
deciso di non intervenire.
Nella notte scorsa sono crollati altri silos della parte nord
della struttura, danneggiata il 4 agosto del 2020 nella
devastante esplosione che ha ucciso circa 250 persone, che ha
ferito più di 6mila persona e che ha distrutto un terzo della
capitale libanese.
L’incendio dei residui di grano avariato alla base dei silos
prosegue senza che i vigili del fuoco intervengano a domare le
fiamme. E questo su ordine dei ministeri competenti.
Per una decisione politica, definita “tecnica” dal governo
uscente libanese, le autorità hanno lasciato da due anni la
struttura dei silos abbandonata a se stessa: senza alcun
intervento né di sostegno a ciò che non è crollato nel 2020 né
di abbattimento delle macerie ancora in piedi.
Alla base dei silos sono inoltre rimaste tonnellate di grano
avariato, che costituiscono il principale combustibile delle
fiamme accese da luglio scorso.
Le autorità hanno emesso nelle ultime ore degli avvisi alla
cittadinanza di evitare di rimanere per tempo prolungato nella
zona del porto per non respirare i fumi tossici provenienti
dall’incendio in corso.
Il primo crollo si è verificato il 31 luglio. Il secondo il 4
agosto scorso, proprio in corrispondenza con il secondo
anniversario dell’esplosione di 2.750 tonnellate di nitrato di
ammonio, per sette anni rimaste colpevolmente incustodite in uno
degli hangar del porto, incastonato nel centro cittadino, a due
passi dalle vie della movida di Beirut, delle sedi istituzionali
e delle principali vie del commercio. (ANSAMed).
Fonte Ansa.it