“Non è un buongiorno. Perché la nostra
preoccupazione aumenta. E non possiamo stare tranquilli. Dobbiamo, però,
sforzarci, tutti assieme, di essere positivi. Di pensare al futuro con un ritorno
alla normalità. La normalità di programmare, di progettare, di crescere e non
di sopravvivere come stiamo facendo adesso”. Così il presidente regionale
Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti, ha salutato, questa mattina, gli
oltre duemila partecipanti alla manifestazione regionale tenutasi a Palermo e
che ha visto presenti i rappresentanti delle imprese, i lavoratori, le famiglie, i
cittadini con le associazioni di categoria, le sigle sindacali, i responsabili dei
movimenti e gli esponenti della politica e delle istituzioni territoriali,
soprattutto i sindaci. “Ce l’abbiamo fatta a unire tutti – ha aggiunto Manenti
– sembrava impensabile sino a qualche mese fa. Ma la forza della
determinazione, qualcuno direbbe la forza della disperazione, ci ha fatti
arrivare sino a qui. Come mai era accaduto prima d’ora. Tutti assieme, tutti
uniti. E ringrazio tutti coloro che ci hanno creduto. Per tutti noi deve essere
motivo d’orgoglio”. Il corteo si è spostato dal punto di raduno, in piazza
Croci, sino a piazza Verdi, dinanzi al teatro Massimo, dove si è tenuto il
comizio conclusivo.
“Tutte le categorie economiche prese a riferimento, pagano nella nostra
isola, a parità di consumi e di potenza impegnata – continua Manenti – una
bolletta elettrica notevolmente più elevata: alberghi, bar, ristoranti e negozi
alimentari hanno una spesa elettrica mediamente superiore del 27% rispetto
alle imprese spagnole e addirittura di quasi il 70% rispetto a quelle francesi.
Non è possibile, non è giusto. Non è corretto. Perché dobbiamo continuare a
subire quelli che sembrano gli effetti di una manovra speculativa? Perché
dobbiamo continuare a togliere risorse alle nostre imprese, alle nostre
famiglie, ai nostri figli? E’ questo quello che ci meritiamo dopo anni e anni
di sacrifici? E’ questo quello che ci meritiamo dopo essere riusciti a
mantenere la barra dritta, a prezzo di così numerose perdite sul piano delle
vite umane ma anche delle imprese che hanno chiuso i battenti e dei posti di
lavoro che sono andati in fumo, durante gli anni del Covid? Al peggio non
c’è mai fine. Così dice il proverbio. E noi lo stiamo provando sulla nostra
pelle, pagando a caro prezzo. Pensavamo con il Covid di avere toccato il
fondo, economicamente parlando. Con il caro bollette è pure peggio. Ma
nessuno ha pensato al ruolo sociale che ha una impresa? Nessuno ha pensato
che chiudere un’attività significa fare perdere posti di lavoro, disarmare
occasioni di crescita per il territorio, impoverire il nostro substrato
produttivo? Sì, magari in molti ci avranno pensato. Ma perché nessuno fa
niente in maniera tempestiva e urgente? I provvedimenti servivano da ieri,
oggi sono già in ritardo, domani non serviranno più”.
Il presidente Manenti, poi, assieme ai rappresentanti delle altre associazioni
di categoria, è stato ricevuto a palazzo del Governo dal presidente della
Regione, Renato Schifani, a cui sono stati illustrati i sedici punti della
piattaforma rivendicativa già diffusa nei giorni scorsi. Inoltre, al termine
della mobilitazione. Giuseppe Caruana, vicepresidente regionale
Confcommercio Sicilia, ha consegnato, durante un incontro in Prefettura a
Palermo e assieme ai rappresentanti di altre associazioni datoriali, il
documento unitario sottoscritto da tutte le sigle a Pietro Barbera, prefetto
vicario di Palermo, a cui è stato chiesto di farsi portavoce della situazione di
malessere che caratterizza le imprese al Governo nazionale, rappresentando
ogni singola proposta scaturita durante la mobilitazione.