Analizzare la scrittura nell'era di Internet, entrando nei suoi meccanismi più intimi.
Cambia genere letterario, e lo fa con chiarezza e precisione, Sergio Sabetta, autore
genovese di diverse raccolte di poesie edite da Aletti. L’ultimo suo lavoro è un
saggio, dal titolo “L’evoluzione del significato nella lingua scritta nell’era
dell’Internet”, pubblicata nella collana “I Diamanti della Saggistica” della casa
editrice con sede a Villanova di Guidonia (Roma), che vanta una community di
centinaia di poeti e scrittori. «La poesia – afferma l’autore – risulta più veloce nella
stesura dando spazio all’immaginazione e ai sentimenti, in una riflessione silenziosa,
mentre la saggistica comporta una continua ricerca e la necessità di un’adeguata
comparazione, nonché di varie riletture».
«L’uso di internet – si legge nella Premessa del libro incentrata su tecnica e
scrittura – come veloce mezzo di comunicazione di sentimenti ed emozioni può
fare saltare varie regole abbreviando telegraficamente il testo ma per tale via
rischia di impoverirne estremamente il contenuto, come del resto rendere cosciente
degli eventi anche tragici e al contempo banalizzarli, in altre parole ridurre la
riflessione». Pro e contro, dunque, di una comunicazione che, seppur efficiente
per la velocità delle informazioni e le possibilità che la tecnologia consente,
rischia di essere snaturata e manipolata, in quanto può risultare complicato
verificarne la veridicità, favorendone un uso distorto e distruttivo. «Con la
diffusione di internet – spiega Sabetta, cancelliere, magistrato onorario, funzionario
presso la Corte dei Conti e docente universitario – uscito dall’ambiente della ricerca
e del suo uso esclusivamente tecnico, unita alla perenne connessione dei telefonini
portatili, si è avuta una modifica del linguaggio scritto, sia in termini di brevità
rifacendosi al sistema telegrafico, sia simbolica, con l’uso di una grafica che
sostituisce la parola scritta con simboli grafici». Questo linguaggio così immediato
perde, infatti, la profondità della riflessione, quasi a snaturare la scrittura, il più delle
volte, se applicata ai social e agli smartphone di ultima generazione, telegrafica e
poco curata. «La velocità e la connessione continua ha ridotto ad impulsi la
comunicazione, oltre a modificarne la grafica, perdendo parte del calore umano del
corsivo a favore dell’asettico e freddo stampatello». Il pensiero si è semplificato,
ristretto in frasi brevi, telegrafiche, infarcite da simboli, la semplificazione della
scrittura riflette una regressione della riflessione. Non è il sistema Internet di per
sé, bensì l’essere continuamente connessi in un circuito di scambi veloci di
impressioni ed emozioni. «La continua connessione – afferma l’autore – induce alla
perdita della “purezza” linguistica della scrittura, nella ricerca continua di
velocizzare la comunicazione. La riflessione comporta del tempo ma se impongo la
velocità il pensiero perderà la profondità, ridotto a flash, dove l’uso dei simboli ne
semplifica la trasmissione ma su un piano impoverito».
Il processo comunicativo; la teoria dei sistemi con attenzione ai gruppi
nell’organizzazione sociale e all’antropologia culturale; formazione del significato e
produzione del testo. Sono questi i macro-argomenti snocciolati nel saggio di
Sabetta, avvalendosi di una ricca e curata bibliografia di studiosi, sociologi e
linguisti, che hanno dedicato le loro ricerche sul fenomeno analizzato. «Il sistema
informatico di comunicazione – conclude l’autore – permette e facilita sia la
frequenza che l’entità dell’informazione, la conoscenza tende ad essere frazionata in
input come l’informazione, mentre la sua costanza e durata nel tempo si afferma
quale forma di verità completa. La completezza è, tuttavia, disgiunta dalla
coerenza; si ricava, così, una possibilità poliedrica, che tende, comunque, a
dissolvere il concetto di sistema teorico coerente, la potenza della massa
informativa e la sua fragilità si sommano, fino a far perdere la capacità di
interloquire e usare sistemi comunicativi alternativi». «Il saggio è rivolto a tutti,
anche alle giovani generazioni – ci tiene a precisare Sabetta -. Occorre, però, avere la
volontà di ascoltare e riflettere. Risulta quindi più fruibile da parte di una fascia più
matura, che può in tal modo rispecchiare in esso le proprie esperienze e la propria
cultura».
Federica Grisolia