I coralli sono fotosintetici quindi prendono il 98% della loro energia dal sole. Alla barriera corallina sono legate molte altre specie viventi che prendono nutrimento e si riproducono qui. È quindi necessario intervenire per salvaguardare questo tesoro subacqueo. Rigenerare la barriera corallina è utile a garantire una popolazione ittica più abbondante e sostenibile per le prossime generazioni. La sua esistenza, infatti, è vitale per quasi 500 milioni di persone che si affidano a lei per cibo, reddito e protezione costiera. Quando i coralli sono sotto stress le zooxantelle, alghe fondamentali che vivono in simbiosi con i coralli, vengono espulse. I coralli possono riprendersi da questo fenomeno ma c’è un limite al recupero.
Con la crescente gravità e frequenza degli eventi di sbiancamento, molti ambientalisti praticano il restauro attivo come forma di intervento pratico. Investimenti del settore privato hanno permesso più iniziative a difesa del corallo, iniziative di conservazione da intraprendere direttamente sul posto. Conservazione attiva e restauro sono le due attività che mirano ad aiutare la sopravvivenza del corallo.
Per proteggere i coralli si effettua quindi il “giardinaggio” dei coralli, una tecnica che prevede la raccolta di piccoli frammenti da più grandi colonie di coralli sani. La frammentazione stimola una rapida guarigione e la crescita per sostituire le parti perdute. I frammenti di corallo vengono quindi appesi all’albero di corallo e collocati in parti ideali dell’oceano, dove è possibile che raggiungano il massimo della crescita. Il tutto viene monitorato mensilmente per assicurarsi della crescita e della salute dei coralli, viene effettuata una pulizia settimanale e controllo in caso di qualsiasi blocco o fallimento strutturale. Per esempio vengono prelevate e spostate colonie di corallo sane da ‘Il Du Por’t sul lato est di Mahé, un’area soggetta a molteplici fattori di stress e spostate in aree più idonee al loro sviluppo. Grazie a questa operazione la colonia avrà sicuramente maggiore possibilità di crescita e sopravvivenza. Le colonie da cui vengono prelevati i frammenti devono essere superiori a 60 cm2 e viene acquisita poi la posizione tramite GPS per ogni colonia. Per l’identificazione della specie: non puà essere prelevato più del 10% della colonia.
Per la conservazione dei coralli è fondamentale che ci sia la riproduzione, l’adattamento all’ambiente e che si riducano al minimo i rischi. Attraverso un monitoraggio mensile si controllano dimensione, morte, malattia e sbiancamento. La dimensione del frammento di corallo è misurato calcolando la superficie cilindrica.
I risultati raggiunti grazie al progetto sono stati importanti: 11 vivai riforniti, 6 nuove colonie, 240 frammenti monitorati individualmente, 38 diversi genotipi, 3 diverse specie di Acropora 838 cm2. Aumento inoltre della superficie ecologica media.
Viene realizzato un fotomosaico prima e dopo il trapianto di corallo. Successivamente si cementano i frammenti di corallo direttamente sul substrato roccioso nudo. Si torna poi ogni mese per fare il fotomosaico, e in questo modo si riesce a monitorare crescita, morte e condizione del corallo step by step.
La ripopolazione ha dato nuova vita a queste zone di mare dove finalmente è ricominciata la produzione di larve, la creazione di nursery e si sono rivitalizzate le stazioni di foraggio per le specie migratorie.