A Pavia, le feste natalizie si possono trascorrere facendo un salto indietro nel tempo ed entrando, quasi per magia, in una delle cosiddette Wunderkammer, le “camere delle meraviglie” antenate dei moderni musei, in cui i collezionisti, a partire dal XV secolo, cercavano di raccogliere tutto lo scibile umano. Nella Sala del Collezionista del Castello Visconteo prosegue sino al 26 marzo 2023 Mnemosyne. Il Teatro della memoria, la mostra a cura di Paolo Linetti che ricostruisce, nel percorso dei musei civici, una di quelle straordinarie raccolte rinascimentali o barocche, veri e propri modelli “in scala” dell’universo. L’esposizione, chiusa nei soli giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno, accoglierà infatti il pubblico durante tutte le festività con il consueto orario, ogni giorno dalle 10 alle 18, eccetto il martedì. Mnemosyne sarà visitabile anche la Vigilia di Natale e il 31 dicembre, dalle 10 alle 13.30, un’occasione da non perdere per gli appassionati di storia, gli amanti del collezionismo ma anche per chiunque desideri trascorrere le feste all’insegna della cultura.
Custoditi all’interno dell’Armadio delle curiosità, appartenuto nel secolo scorso al legato Brivio Radlinski, si possono ammirare straordinari artificialia – una delle quattro categorie di oggetti generalmente presenti nelle Wunderkammer – ovvero creazioni dell’uomo e opere d’arte. Ecco dunque uno jimbaori in seta e broccato, appartenuto ad un giovane nobile che, nel XVIII secolo, lo indossò in occasione della cerimonia di ingresso allo stato samuraico; un farsetto italiano in seta e cotone, anche questo risalente al XVIII secolo; uno splendido corpetto ottomano del 1800; flaconi e brocche da farmacia storiche ma anche quadri, statue, busti e i cosiddetti memento mori, teschi veri o dipinti, atti a ricordare la fragilità della vita umana, che servivano come monito per i ricchi collezionisti a non farsi rapire dal fasto e dalla bellezza.
Il Tavolo Malaspina ospita, oltre ad artificialia, anche naturalia, exotica e scientifica, ovvero oggetti provenienti dal mondo naturale, manufatti dal lontano oriente e creazioni dell’ingegno umano e strumenti scientifici. I visitatori avranno l’occasione di osservare da vicino rarità come un dente di narvalo, un cranio di alligatore del Mississippi e un raro dermoscheletro di manta mediterranea, risalenti al XIX secolo e provenienti dal Museo Kosmos, il Museo di Storia Naturale dell’Università di Pavia. Ancora, esemplari tassidermizzati di gufo reale, donnola, civetta, fossili di pesci, ammoniti, quarzo rosa, geodi di ametista e agata.
Visitando Mnemosyne. Il teatro della memoria è possibile ammirare, in un unico stupefacente allestimento, opere d’arte mai esposte prima, provenienti dai depositi dei Musei Civici di Pavia, piante dell’orto botanico cittadino, opere di tassidermia del Museo Kosmos, opere africane gentilmente concesse dalla Fondazione Frate Sole e numerosi prestiti dal Museo della Scienza di Milano e dal Museo d’arte orientale Mazzocchi di Coccaglio.
La mostra ripercorre l’intera storia del collezionismo a partire dagli studioli rinascimentali, quegli ambienti nati nei monasteri medievali che divennero d’uso nella Firenze quattrocentesca, grazie soprattutto a Lorenzo il Magnifico. Destinati ad attività intellettuali, raccoglievano, oltre a libri e manufatti d’arte, anche oggetti come gemme, pietre preziose, piccole sculture, monete, medaglie e cammei, nel segno della bellezza e della rarità. Negli studioli, gli sfondi e le pareti erano importantissimi, perché avevano la funzione di ambientare le opere e gli oggetti esposti, mettendoli in dialogo come attori su un palco, da qui il titolo dell’esposizione: Il teatro della memoria.