In queste ultime settimane, leggendo articoli di stampa e dichiarazioni da parte di alcuni rappresentati politici e sindacali riguardanti giudizi sulle misure che questo Governo ha adottato in materia di condoni, rottamazioni e pace fiscale, sono rimasto veramente disgustato nei confronti di quanti hanno notoriamente espresso giudizi con frasi del tipo: “la pace fiscale, è un regalo agli evasori” e ancora “basta regali agli evasori”.
A esprimere tutto ciò sono stati esponenti politici che percepiscono non meno di 20 mila euro al mese e rappresentanti sindacali che, ideologicamente e per partito preso, sembra apparire che possano essere contro gli imprenditori e più in generale contro i lavoratori autonomi in quanto categorie che potenzialmente sarebbero vocati e responsabili dell’evasione fiscale.
Mi sento libero di voler dire a queste “persone illustri” che loro, molto probabilmente, non hanno mai avuto problemi economici e di come arrivare a fine mese, di come si guadagnano i soldi senza che ci sia qualcuno che paga loro una retribuzione o indennità e, soprattutto, non conoscono, o forse fanno finta di non conoscere, quali concretamente siano le questioni difficili che quotidianamente un imprenditore, un professionista e più in generale un lavoratore autonomo devono affrontare per crearsi e gestire una clientela, per riscuotere i pagamenti da essa scaturenti dalle vendite di prodotti e/o servizi, per gestire il credito e i rapporti con le banche, per gestire gli insoluti, per pagare i loro dipendenti, per affrontare nuovi investimenti e cosi via…, è tutto questo con un “fisco” che, di fatto, appare essere come un loro socio ma con un “patto leonino” che per le persone comuni è vietato dalla legge (art. 2265 c.c. prevede la nullità dell’accordo che prevede la partecipazione di un socio ai soli utili con esclusione delle perdite).
“Patto Leonino” perche non è altro, per quello che appare essere il Fisco, una sua partecipazione, attraverso il pagamento delle tasse(è solo sugli utili e non sulle perdite), all’attività dell’impresa con una quota a partire dal 50% e fino ad arrivare anche al 70% dove, per di più, pretende anche l’acconto per l’anno successivo, con la conseguenza che il 30% residuo che dovrebbe rimane all’imprenditore, al professionista e, più in generale al lavoratore dipendente, per sostenere le proprie famiglie e gli investimenti magari da effettuare in azienda, non è sufficiente neppure per pagare detto acconto a meno che, per pagare, non ci si indebiti con le banche.
Mi sento di consigliare a questi “illustri signori”, di avere un vero confronto o magari di vivere l’esperienza che quotidianamente la stragrande maggioranza di imprenditori, di professionisti e più in generale di lavoratori autonomi sono costretti ad affrontare e vedere se loro, concretamente sul campo, sono capaci, fatto 100, di pagare al fisco 70 e con il restante 30 riuscire a far sopravvivere le proprie famiglie, sostenere i necessari investimenti che l’attività richiede e pagare l’acconto delle tasse per l’anno successivo, e tutto questo senza indebitarsi con le banche e non entrare in crisi di liquidità e, conseguentemente, non ricorrere allo stato di crisi e insolvenza.
Ribadisco inoltre, a questi “illustri signori ” che nel bilancio dello stato una delle voci più significative è rappresentata dalle entrate scaturenti dalle tasse che imprenditori, professionisti e più in generale di lavoratori autonomi pagano e versano nelle casse del Fisco e che vengono impiegati per per sostenere i costi di tutta quanta la Pubblica Amministrazione comprese le loro retribuzioni e indennità. Se pertanto si continua a “bastonarli” finisce che chiudono battenti, come già sta avvenendo e, conseguentemente, si perdono entrate, come in un’azienda che perde la clientela e il fatturato, per cui tutto il sistema va in crisi e a nulla valgono le salvaguardie sociali e il diritto al lavoro.
Non credo affatto che occorra essere “illustri professori o specialisti di diritto tributario” per capire tutto questo e, quindi, per comprendere che la suddetta categoria va tutelata e incoraggiata anche nel cambio generazionale perché essa rappresenta, nel bilancio dello stato, la voce più significativa di entrate valevoli a sostenere i costi della P.A. e anche della Politica compresi i loro sprechi.
Di fronte a tutto questo è forse un evasore l’imprenditore, il professionista e più in generale il lavoratore autonomo che, per queste ragioni, finisce per non avere liquidità sicché ammette il proprio debito fiscale ma allarga le braccia in segno di resa?
In questi casi, nonostante il battage mediatico faccia apparire tutto questo come un’evasione, non reputo affatto che si possa e si debba parlare di evasione perché l’evasore, è colui il quale si sottrae in maniera illecita e fraudolenta all’obbligo di pagare le imposte, il cui atteggiamento va certamente condannato e sanzionato sia dalla giustizia tributaria che da quella penale, ma così non è per la stragrande maggioranza di imprenditori, di professionisti e più in generale di lavoratori autonomi in quanto va considerato che non sempre l’evasione può essere causata da comportamenti fraudolenti perché questo sistema fiscale “leonino” costringe la stragrande maggioranza di imprenditori, di professionisti e più in generale di lavoratori autonomi a doversi comportare in modo non conforme alle norme per cause di “forza maggiore” e per sopravvivere soprattutto in questo periodo di crisi economica generale e post pandemica.
Tuttavia, però, la legge attuale non distingue l’evasore da chi, invece, per “cause di forza maggiore”, come quelle su espresse, non può pagare le tasse e sanziona anche questi ultimi alla stessa stregua dell’evasore.
Come se ciò non bastasse il paradosso diventa intollerabile quando lo Stato da un lato, debitore nei confronti dell’azienda (per commesse non pagate) pretende dall’azienda stessa il pagamento delle tasse anche per il fatturato scaturente dalle commesse che non egli stesso non gli ha pagato.
Per quanto sopra,”illustri signori” che esprimete giudizi negativi e sprezzanti affermando, gratuitamente e secondo me senza fondatezza alcuna, che “la pace fiscale, è un regalo agli evasori” ed ancora “basta regali agli evasori” fatevi un esame di coscienza perché Voi siete un costo per lo Stato sostenuto unicamente dai sacrifici e dalle lacrime di sangue di imprenditori, di professionisti e più in generale di lavoratori autonomi che vanno, invece, incontestabilmente sostenuti ed incoraggiati in quanto sono loro che alimentano le entrate nel bilancio dello Stato e non Voi che invece siete dei costi .
Sarebbe doveroso da parte vostra cambiare atteggiamento, domandandovi, quanti giovani vorranno fare impresa in Italia e quanti vorrannoproseguire nelle attività dei loro padri indebitate fino al collo. Non dimenticatevi che molti marchi ed eccellenze Italiane sono state cedute a multinazionali estere e di questo danno al patrimonio imprenditoriale italiano siete, dal mio punto di vista, responsabili proprio a causa della vostra politica demagogica che scoraggia l’imprenditore italiano a investire e a dire a suo figlio “prosegui tu dopo di me”.
Non dimenticate che, sempre voi, siete responsabili della fuga dall’Italia di tanti bravi ed intelligenti giovani che nel campo della scienza hanno avuto riconoscimenti e gratificazioni all’estero piuttosto che nella loro patria.
Prendete atto del fatto, con un gesto di umiltà e di verità intellettuale, che se si vuole salvaguardare la dignità economica della classe operaria, che giustamente va tutelata, questo può avvenire, non col modo sprezzante con cui vi rivolgete agli imprenditori affermando che non pagano le tasse e quindi sono evasori, ma cambia solamente se il sistema impositivo fiscale si riduce enormemente,passando da un fisco che non sia più socio con “patto leonino” nell’attività che, a proprio esclusivo rischio, svolgono, gli imprenditori, i professionisti e i lavoratori autonomi , ad un fisco che si riformi ed incoraggi l’impresa sul presupposto che il “poco di tutti vale di più “ del “tanto che si richiede con gli attuali parametri fiscali assolutamente insostenibili da parte della stragrande maggioranza di imprenditori, di liberi professionisti e, più in generale, di lavoratori autonomi”.
Per tanto, non solo reputo sensato quello che questo Governo ha fatto in materia di condoni, rottamazioni e pace fiscale ma reputo pure che questo Governo abbia la giusta consapevolezza del fatto che il Sistema Fiscale Italiano deve essere totalmente riformato perché così facendo il nostro Paese diventerà, assieme a tanti altri che già lo sono, un Paese in grado di incrementare, col poco di tutti, le entrate fiscali e, conseguentemente, attrarre investitori esteri e, quindi, creare nuova ricchezza .
Avv. Saverio Lauretta