Sì, secondo il Critico d’arte Paolo Battaglia La Terra Borgese “piaceri colpevoli e morbosi vedono difatti, a Pasqua, la gioia legittima di cibarsi degenerare nella compiacenza del furto della vita”
“La Pasqua è dunque oggi solo la Festa dei piaceri che provengono dalla soddisfazione di sentimenti patologici primitivi – afferma il Critico d’arte”.
“Mangiare un povero agnellino – dice Paolo Battaglia La Terra Borgese – significa tralignare, sotto le forme morbose più bizzarre e le deformità più ripugnanti; altro che festa cristiana e culturale per rievocare in famiglia, e tra amici, la resurrezione di Gesù. La Pasqua uccide, e pertanto non è e non può considerarsi evento che celebra la sconfitta del Male”.
“I delitti pasquali sono le barbere gioie che soddisfano un crudele sentimento, quel sentimento il quale non misura lo spazio immenso che separa chi gode (in un modo o nell’altro) nel tormentare un povero agnello cadavere, e l’assassino che prova un’atroce voluttà nel sentire sotto la sua mano le viscere palpitanti della vittima che spira domandando pietà: è il sentimento dell’odio, che cambia l’uomo in un bruto che fa paura e ribrezzo, un uomo che sorride alla fatale sventura di una vittima colpita a morte, per piacere o per denaro”.
“Lasciamo in pace le agnelle e gli agnelli. Non dimentichiamo che il segreto dell’educazione è nella personalità dell’educatore: disertiamo con fierezza e tanto amore le tavolate malefiche”.
“Esorto chiunque abbia a cuore la vita di un povero agnello a condividere il link di questo articolo con i propri contatti”.
Paolo Battaglia La Terra Borgese conclude il suo appello citando Margherita Hack: «La carne mi ripugna, non tanto per l’odore, ma per il pensare da dove viene, quali sofferenze ha sopportato l’essere vivente, un mammifero come me, a cui apparteneva.»