L’attuale riallestimento, che coinvolge la Sala della Quarantia Criminale, la Sala dei Cuoi e quella del Magistrato alle Leggi, si rifà ad una tradizione che risale ai primi decenni del ‘600, quando all’interno del Palazzo si vollero esposte, accanto ai dipinti “istituzionali, opere da “cavalletto” provenienti da illustri collezioni private. Fu il caso dei dipinti legati al Ducale dal cardinal Domenico Grimani. Opere, quelle, di origine fiamminga, estranee quindi alla tradizione pittorica veneziana, ma presto diventate presenze fisse negli ambienti del Palazzo.
“In omaggio a quella secolare tradizione, si è deciso di dedicare – afferma Chiara Squarcina Responsabile della sede museale – la Sala dei Cuoi all’esposizione di opere fiamminghe, tra le quali l’unica superstite di quelle offerte alla pubblica fruizione in Palazzo a partire dal 1615: quell’Inferno già attribuito al Civetta (Henry Met de Bles) e oggi più opportunamente ricondotto ad anonimo seguace di Bosch o il Cristo deriso di Quentin Metsys. Esempi delle relazioni culturali della Serenissima con il resto d’Europa.”
Nelle altre sale ad essere esposti sono capolavori di Bellini, Tiziano e Tiepolo, maestri sommi dell’arte veneziana, quali Venezia riceve da Nettuno i doni del mare di Giambattista Tiepolo, la Pietà di Giovanni Bellini e la Madonna con Bambino e due angeli di Tiziano, nonché il Leone marciano andante di Carpaccio, che sarà possibile ammirare all’interno di questi spazi dopo la conclusione della mostra antologica di Palazzo Ducale. Capolavori superstiti di un ben più ricco patrimonio, oggi in parte disperso o passato a istituzioni statali.
Accanto alle magnifiche opere superstiti, la Quadreria accoglie un nucleo di pregevoli tele e tavole concesse in deposito a lungo termine da una collezione privata. Tra i dipinti, Ritratto di dama con figlia (Doppio ritratto, già collezione Barbarigo) di Tiziano, L’angelo annuncia il martirio a Santa Caterina di Alessandria, di Jacopo Tintoretto (un tempo nella chiesetta di San Geminiano in piazza San Marco e più recentemente in collezione David Bowie) e la Maria Maddalena in estasi di Artemisia Gentileschi, oltre ad opere di Giovanni Cariani, Anthony van Dyck e Maerten de Vos.
Luigi Brugnaro, Sindaco di Venezia, ricorda come l’Amministrazione Comunale e la Fondazione MUVE siano impegnati anche in interventi forse meno evidenti, ma altrettanto fondamentali. Come la complessa campagna di riqualificazione funzionale di Palazzo Ducale, finanziata dal Comune, che comporta monitoraggio e interventi sugli apparati decorativi (soffitti e pareti). “I lavori, già in corso – commenta il Sindaco – consentiranno di disporre di una banca dati ragionata sullo stato di conservazione delle superfici ispezionate che potrà funzionare come elemento di ingresso per la progettazione e programmazione degli interventi di restauro. Bassorilievi, pietre d’istria, marmi provenienti dalle più diverse cave in relazione al loro colore, fregi che impreziosiscono quello straordinario scrigno di arte, storia e mito che è il Palazzo dei Dogi, antica sede del potere della Serenissima che abbiamo il dovere di conservare in tutta la sua magneficienza.”
Accanto agli importantissimi interventi strutturali, Comune e Fondazione sono all’opera per rendere ancora più imperdibile la visita al Ducale. Mariacristina Gribaudi, Presidente di Fondazione MUVE, nel ringraziare la Venice International Foundation come esempio di mecenatismo culturale di cui i Musei Civici di Venezia beneficiano, ricorda l’imperdibile mostra su Carpaccio e annuncia l’apertura – tra poche settimane – di un nuovo Itinerario Segreto, alla scoperta di luoghi in origine inaccessibili al pubblico. La Presidente anticipa anche che, “dopo Artemisia Gentileschi, la Sala della Quarantia Civil Vecchia accoglierà nel corso dell’anno nuovi Ospiti a Palazzo: opere, provenienti dalle ricche collezioni d’arte della Fondazione Musei Civici di Venezia e non sempre fruibili da parte del pubblico, a cui si alterneranno altre, altrettanto importanti, provenienti da prestigiose collezioni private”.
“Venice International Foundation e la Fondazione Musei Civici di Venezia”, ha affermato il Presidente di VIF, l’architetto Luca Bombassei, “sono da tempo legate da un vincolo di visione e prospettive, teso alla protezione di un immenso patrimonio artistico e culturale che appartiene a tutti noi. Grazie al contributo dei nostri associati, VIF ha deciso di sostenere una così importante operazione di restauro perché pensiamo che l’evoluzione sia una delle caratteristiche peculiari di Venezia, una città capace di trasformarsi continuamente mantenendo la propria identità. In questo caso significa tornare ad ammirare magnifici capolavori che acquisteranno nuova vita grazie all’allestimento del Maestro Pier Luigi Pizzi e al prodigioso equilibrio fra mano, mente e materia degli artigiani veneziani e dei maestri restauratori che hanno lavorato per VIF nella Quadreria. Il risultato è straordinario perché si è fondato sul valore umano, quel motore immateriale che permette di fissare obiettivi e poi raggiungerli, reagire alle difficoltà, innovare nella tecnica e nei metodi. Ho sempre pensato che l’arte sia come una macchina del tempo che apre una porta sui momenti cruciali della storia, aiutando le nuove generazioni a comprendere il presente. Con la riapertura della Quadreria, Venice Foundation e tutti i suoi soci permettono di far ricominciare questo viaggio meraviglioso”.