Il padre della Legge 24/2017 commenta la prima indagine nazionale sull’accertamento della responsabilità sanitaria in ambito giudiziario
Roma – “I dati presentati nella ricerca confermano che quanto avevamo previsto con la Legge sta producendo i risultati sperati. Siamo molto soddisfatti per i risvolti positivi che essa ha portato al nostro Sistema Sanitario Nazionale. Lo afferma Federico Gelli dopo la presentazione dell’indagine di Eurispes “La legge Gelli-Bianco e l’accertamento tecnico preventivo. Un primo bilancio sull’accertamento della responsabilità sanitaria nel Tribunale di Roma”, condotta in collaborazione con la XIII Sezione del Tribunale di Roma, l’Enpam e lo Studio legale Di Maria Pinò.
“La Legge riduce i costi della cosiddetta medicina difensiva e produce deflazione sui contenziosi dei tribunali – aggiunge Gelli -. La legge è nata, tra le altre cose, proprio per contrastare la “medicina difensiva” che già 10 anni fa pesava sul Servizio Sanitario Nazionale per circa 10 miliardi di euro. Lo studio condotto da Eurispes conferma che non ci eravamo sbagliati, che le innovazioni giurisprudenziali, soprattutto sulla responsabilità civile, creano maggiore serenità per i professionisti e che dobbiamo continuare su questo percorso con l’obiettivo di rafforzare il nostro Servizio Sanitario favorendo un approccio costruttivo e non inquisitorio, fondato sulla prevenzione e sicurezza delle cure”.
Dalla ricerca di Eurispes, che prende in considerazione il periodo che va dal 1° aprile 2017, l’anno in cui entrò in vigore la Legge Gelli-Bianco, fino al 31 dicembre 2021, il dato di maggiore rilevanza è che nell’analisi dei 1.380 Accertamenti Tecnici Preventivi esaminati, i medici non risultano essere personalmente coinvolti nel 70,3% dei casi. Dalla ricerca emerge inoltre che gli ATP che si concludono positivamente per il paziente sono il 65,3%, mentre l’esito è positivo per la struttura il 31,1% delle volte; solo nei due terzi dei casi, dunque, la responsabilità professionale della struttura sanitaria e/o del medico risultano effettive.
La Fondazione Italia in Salute, di cui Gelli è stato animatore e fondatore, monitora periodicamente l’applicazione della Legge 24. La survey effettuata dalla fondazione stessa a fine 2022 ha evidenziato, attraverso le risposte dei direttori dei centri per la gestione del rischio e dei risk manager aziendali di molte regioni italiane, che rimane ancora molto da fare sull’effettiva attuazione dei principi fondanti che sostengono la Legge. Si presenta oggi la necessità di revisione della stessa alla luce degli scenari post pandemici, degli obiettivi del Pnrr e della forte accelerazione tecnologica che ha contraddistinto questi ultimi anni e rimane indispensabile l’approvazione, dopo 6 anni, dei decreti attuativi che porterebbero finalmente a compimento l’attuazione della norma.