La scommessa della famiglia Moretti Polegato (Villa Sandi) e della Regione Veneto: archeologia industriale, imprenditoria, turismo, formazione, agricoltura sostenibile. Un patrimonio immenso che potrà diventare universale con il riconoscimento Unesco
Gran cerimoniere Thanai Bernardini, Premio Ischia Internazionale di Giornalismo, si è svolta a Valdobbiadene una grande festa dell’ottimismo. Ma con numeri alla mano: un’Italia che fattura 1700 miliardi l’anno di cosa deve avere paura? Un Veneto che, solo dal settore turismo, ricava 7,5 miliardi l’anno cosa deve temere? Se aggiungiamo che l’incremento turistico maggiore lo registra, anno dopo anno, proprio il territorio delle colline di Conegliano e Valdobbiadene, candidato fortissimo (incrociamo le dita) al riconoscimento Unesco in quanto paesaggio inteso come patrimonio vivente della comunità, come non essere ottimisti?
“Pubblico e privato” sostiene il governatore del Veneto Luca Zaia “hanno fatto la loro parte, come dimostra la creazione di questa scuola di alta cucina e specializzazione agroalimentare che diplomerà 20.000 giovani l’anno, in una sede come l’antica filanda di Valdobbiadene che, grazie alla famiglia Moretti Polegato, è tornata a vivere e rappresenta un modello straordinario di archeologia industriale, cioè di riqualificazione culturale. Ora” ha aggiunto Zaia parlando a un folto pubblico di imprenditori, professionisti e operatori del settore enogastronomico “spetta a voi tutti predisporre le infrastrutture idonee a ospitare un turismo che cresce e che, qualora l’Unesco ci premi, porterà centinaia di migliaia di visitatori di tutto il mondo a vivere l’incanto naturale di questo territorio e a degustare le produzioni uniche del nostro storico ‘saper fare’. Anche chi ha soltanto una stanza a disposizione, sappia che, trasformandola in una struttura per l’ospitalità, possiederà un tesoro“.
“Ho creduto subito in questa scuola” dichiara a Corrierequotidiano Elena Donazzan, assessore regionale alle Politiche dell’istruzione “fin dal 2007, quando qui non c’era ancora nulla. Oggi aprire una scuola in Italia è un evento straordinario, ci vuole un coraggio da leoni per farlo. Non è un progetto a termine, richiede garanzie di continuità, dei docenti, degli investitori privati, un utile da reinvestire: oggi tutto questo c’è e per me in particolare è una soddisfazione enorme. In un momento difficile per l’Italia” ha sottolineato Donazzan “oltre al coraggio, c’è stato un gioco di squadra che alla fine ci ha premiati. L’amministrazione regionale è stata in prima fila con le risorse destinate alla formazione professionale, che per noi è un caposaldo come la sanità: formazione e sanità non si discutono. Questa scuola è un ulteriore servizio, collegato agli altri del territorio, che sarà determinante nel dossier Unesco, insieme alla qualità della ricezione turistica e alla capacità di accoglienza”.
Giancarlo Moretti Polegato, chairman di Villa Sandi, racconta come le difficoltà che la ristrutturazione di un bene culturale comporta, con un budget iniziale quasi sempre destinato a lievitare, siano state alla fine superate. “L’antica filanda è stata restaurata in modo ecosostenibile e secondo la più aggiornata normativa antisismica, ed è a basso consumo energetico. Noi di Villa Sandi” dice “abbiamo questa vecchia mania di fare le cose per bene. L’investimento per il restauro è stato di 2,5 milioni, siamo partiti nel settembre dell’anno scorso e abbiamo consegnato l’edificio in tempo per l’inizio di questo anno scolastico, addirittura in anticipo rispetto alle previsioni”.
“Le idee camminano sulle gambe degli uomini” dice Luca Zaia a Corrierequotidiano “il gioco di squadra ha dato ulteriore valore a un’eccellenza del territorio, quella enogastronomica. L’Unesco ci troverà preparati, perché il connubio pubblico/privato ha funzionato ancora una volta. Il valore aggiunto è il sostegno concreto della Regione per 20.000 giovani che ogni anno andranno incontro al loro futuro con una marcia in più e con una importante qualifica professionale”