Se così fosse, l’impatto negativo sulle attività formative in un momento tanto delicato per il nostro SSN, potrebbe avere effetti dirompenti.
ROMA 26 MAG 2023 – «Più volte il nostro sindacato ha denunciato l’allarmante realtà di una professione infermieristica, la nostra, che perde ogni giorno appeal agli occhi della collettività.
Professionisti tra i meno pagati d’Europa, turni massacranti, aggressioni, sindrome di Burnout: sono i contenuti di un contesto zeppo di ombre e con pochissime luci, a cui le istituzioni, Governo e Regioni in primis, sembrano non essere in grado, oppure peggio ancora, non voler affatto porre rimedio.
E la situazione si aggrava quando, nel “calderone della mediocrità”, finiscono addirittura i corsi di laurea, ovvero le fondamenta per l’indispensabile ricambio generazionale. Allo stato dell’arte c’è poco da gioire: netta diminuzione delle iscrizioni, rispetto, addirittura all’aumento dei posti disponibili messi a bando. Si tratta delle inevitabili conseguenze di quanto accade nelle corsie degli ospedali.
Perché i giovani dovrebbero scegliere i percorsi di laurea per intraprendere le professioni sanitarie, alla luce di una così poco allettante realtà che li attenderebbe, una volta completato il percorso di studi? Ma soprattutto quale è al momento la realtà che gli studenti, i nostri futuri infermieri, stanno vivendo?». Che aria si respira proprio nei corsi di laurea? Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.
«Stiamo seguendo con attenzione quanto accade presso l’Ospedale San Giovanni, nella Capitale: a quanto ci riferiscono i nostri referenti locali, sottoposto da noi in queste ore a opportune e ulteriori verifiche, il quadro non sarebbe certamente allettante.
Saremmo di fronte, il condizionale è d’obbligo, ad una pericolosa politica dei tagli e ad una netta riduzione dei costi che finirebbe con il penalizzare enormemente la formazione e di certo anche la serenità degli studenti.
I corsi di laurea del San Giovanni, infermieristica e fisioterapia, sono, da sempre, il fiore all’occhiello dell’Azienda. Corsi che con oltre 40 anni di storia hanno formato professionisti apprezzati e richiesti da ogni parte sia in Italia che all’estero.
Secondo quanto ci riferiscono i nostri referenti locali, al momento gli studenti starebbero vivendo una situazione “delicata” su tre fronti: mensa, divise e tutor.
Per quanto riguarda la mensa, agli studenti sarebbe stata tolta la possibilità di usufruirne a tariffa agevolata.
Per quanto riguarda le divise, è noto che prima gli studenti usufruivano del servizio divise come i dipendenti. Una decisione presa a livello di gara regionale per assicurare il cambio e il lavaggio degli indumenti, requisito di igiene indispensabile. Il costo era irrisorio, meno di un euro al giorno.
Il servizio sarebbe stato bruscamente interrotto, con gli studenti costretti a comprare le divise e portarle a casa per poterle lavare.
Infine, fattore non da poco, sembra che sarebbe stato ridotto il numero dei tutor, ovvero infermieri professionisti che si occupano di formazione, che per di più verrebbero riutilizzati nell’ufficio informazioni.
Quanto reggeranno i già pochi studenti di infermieristica, prima che decidano di andare ad irrobustire le già copiose file di chi decide di interrompere il proprio percorso di studi anzitempo?
Vogliamo vederci chiaro, continua De Palma. Una recente e autorevole inchiesta, a firma della giornalista Milena Gabanelli, rivela che il San Giovanni di Roma è tra i 12 ospedali “da bollino rosso”. Una notizia non certo edificante, che andrebbe a corroborare, pericolosamente, quanto starebbe accadendo nella facoltà di infermieristica che fa capo alla medesima azienda sanitaria.
La riflessione è legittima, l’interrogativo è doveroso: dove stiamo andando?
Rivolgiamo un appello pubblico al Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, convinti come siamo che bisogna mantenere alto il livello delle strutture che si occupano di formazione, se si vuole intervenire seriamente su quella carenza di personale sanitario che da tempo ammalora e pervade il nostro sistema sanitario.
La politica nazionale e i governi regionali hanno il dovere di sostenere la formazione, incentivarla, per fare in modo che questi giovani studenti, gli infermieri del domani, completino al meglio il proprio percorso di studi e diventino colonne portanti del nostro sistema sanitario. Abbiamo davvero bisogno di nuove leve», conclude De Palma.