C’è preoccupazione tra i circa 3mila dipendenti marchigiani di Poste Italiane dopo l’annuncio da parte del Governo di un’ulteriore dismissione di quote societarie da parte dello Stato che detiene attualmente la maggioranza con il 64% di azioni di una azienda che è la più grande società di servizi nel Paese e produce importanti utili per lo Stato stesso e significativi dividendi per gli azionisti.
L’operazione comporterebbe la perdita del controllo pubblico, sotto il 51%, attraverso la vendita di una parte importante del pacchetto azionario di Poste Italiane, attualmente detenuto dal MEF e dalla Cassa Depositi e Prestiti, seguendo quanto avvenuto nell’ottobre 2015 con il collocamento di una prima tranche del 35% delle azioni.
“Se lo scopo è quello di ridurre il debito pubblico, con un’operazione di mera cassa che porterà nelle casse dello stato solo, si fa per dire, 3 miliardi o poco più a fronte dei 2860 di debito pubblico certificato a fine 2023 – dicono da Uil e Uil Poste delle Marche – riteniamo la manovra finanziariamente stucchevole e rischiosa, come conseguenza sociale, per 120mila posti di lavoro sull’intero territorio nazionale, di cui circa 3.000 nelle Marche. Un numero di applicati nella nostra regione che potrebbe essere compromesso da nuove drastiche ristrutturazioni che si aggiungerebbero a quelle già complesse che sono in atto”.
Secondo Michele Spettatori, segretario generale di Uil Poste Marche “queste ristrutturazioni coinvolgerebbero sia l’ambito dei servizi postali che quello dei servizi finanziari ed erogati allo sportello con conseguenti ripercussioni sui circa 400 Uffici Postali presenti sul territorio regionale, privando quindi molti cittadini, pensionati e le fasce più deboli della popolazione, del presidio di cui hanno tradizionalmente usufruito finora e cancellando la missione sociale svolta da Poste Italiane”.
Oggi Poste Italiane detiene e gestisce dati personali dei risparmiatori italiani che affidano i loro risparmi alla più grande azienda del Paese. Si tratta di 35 milioni di clienti con i loro dati e oltre 180 miliardi di risparmio postale. Sono cittadini e famiglie che hanno risparmiato a piccoli passi per una vita e che cercano sicurezza e garanzia e non mera logica del profitto. Con la vendita ulteriore delle quote azionarie non sappiamo ad oggi chi sarà a gestire i dati dei risparmiatori e il loro patrimonio. Inoltre, cambierà sempre di più la mission di tale gestione, concentrata sempre più sul profitto societario privato e sempre meno sulla funzione sociale e sul benessere del Paese tutto.
Investitori privati che hanno come primo e unico obiettivo la produzione del profitto portano a cercare di risparmiare il più possibile sul costo del lavoro, utilizzando lavoro povero e precario, appalti e sub appalti al ribasso con il rischio del mancato rispetto delle norme sulla sicurezza.
Uil e Uil Poste delle Marche, ribadendo la propria contrarietà alla perdita del controllo pubblico di Poste Italiane, chiedono il coinvolgimento della cittadinanza, dei rappresentanti di Categoria, dei parlamentari eletti nelle Marche e di tutte le istituzioni a livello regionale affinché Poste Italiane debba restare un punto di riferimento costante per la popolazione tutta.