Roma – Competenze, politiche attive efficaci, flessibilità, welfare. Sono queste le parole chiave dell’Assemblea nazionale di Cifa Italia, la Confederazione italiana delle Federazioni autonome, che si è aperta oggi pomeriggio nel Centro congressi del Pontificio Istituto Patristico Augustinianum di Roma. A inaugurare i lavori della due giorni di convention, intitolata ‘Il modello etico di crescita per le pmi italiane – Formazione, innovazione e sostenibilità’, è stato il presidente di Cifa, Andrea Cafà. Al suo fianco, sul palco e in platea, si alternano e si alterneranno tanti rappresentanti del mondo delle imprese, della formazione e delle rappresentanze sindacali, come il segretario di Confsal, Angelo Raffaele Margiotta, e la presidente di Ciforma, Lucia Alfieri, ma anche istituzioni e autorità: tra loro il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e il capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, Paolo Barelli.
Cafà (Cifa): “davanti a noi sfide globali, insieme siamo più forti”
“Svolgere qui la nostra assemblea nazionale non è stato casuale, come non è casuale il tema scelto. Abbiamo sentito il bisogno di confrontarci sulle nuove sfide globali che le pmi devono affrontare rispetto alle transizioni in atto, in un contesto geopolitico, economico e sociale in continua e veloce evoluzione”, le parole di Cafà nella sua relazione programmatica. “La nostra associazione di imprese, Cifa Italia, si differenzia dalle altre proprio per la capacità di lettura dei cambiamenti in
atto e, soprattutto, per la capacità di mettere a terra, velocemente, azioni in risposta ai bisogni delle imprese”, ha sottolineato il presidente. Spiegando che “nello scenario turbolento in cui stiamo vivendo, abbiamo valutato che il Paese necessitasse e necessiti soprattutto di competenze, politiche attive efficaci, flessibilità e welfare.
Oggi, a 24 anni dalla nostra nascita, grazie alle attività svolte con serietà, con professionalità e con un certo coraggio, anche per quanto riguarda l’innovazione portata nell’ambito delle relazioni industriali, riteniamo di ben rappresentare gli interessi delle imprese associate al nostro sistema confederale”.
Ora, ha continuato Cafà, “guardiamo avanti e lavoriamo per costruire un dialogo con i Paesi dell’area euromediterranea, in un’ottica d’internazionalizzazione del mercato del lavoro. Anche per questo, siamo stati tra i primi a guardare con interesse al Piano Mattei, fin dai tempi del suo debutto. In questi anni abbiamo conosciuto un’Europa più economica che politica. Oggi ne auspichiamo il rafforzamento”. Ecco perché, ha chiosato il presidente di Cifa, “ci auguriamo che il risultato elettorale delle europee dia vita a una maggioranza equilibrata e moderata affinché si possano ridisegnare le nuove regole di un’Europa impegnata a lavorare per la sicurezza alimentare, per la sicurezza energetica, per la sicurezza digitale, per la sicurezza sanitaria e per la difesa comune. Questa è la sfida della nuova Europa”.
Barelli: “Cifa merita di stare tra grandi associazioni datoriali nazionali”
“Dovete entrare nelle grandi associazioni datoriali riconosciute a livello nazionale, e c’è un impegno da parte nostra affinché questo avvenga”, ha detti dal palco Barelli. Per il deputato di Fi “la pluralità di voci e l’incremento del numero di associazioni serie che si occupano dei temi legati al rapporto tra azienda e lavoratori, crescita e occupazione, è una risorsa che non possiamo lasciarci scappare. Viva la Cifa”.
Margiotta (confsal): “Lavoratori non subiscano transizione, formazione fondamentale”
“In una fase di transizione digitale e di intelligenza artificiale e con un’evoluzione tecnologica di questo tipo, è chiaro che cambieranno anche i lavori. E affinché i lavoratori non subiscano questo cambiamento devono adeguarsi attraverso un aggiornamento, riaggiornamento e potenziamento delle proprie competenze, che è proprio lo scopo principale della formazione continua a cui è dedicato il Fondo interprofessionale di Cifa e Confsal”, ha detto Margiotta. Le imprese, ha
sottolineato, “devono vedere nella formazione e nell’aggiornamento del lavoratore un potenziamento del proprio valore aggiunto, e devono agevolare i percorsi formativi sostenendo i fondi interprofessionali affinché ai propri lavoratori possa essere erogata questa formazione”.
Alfieri (Ciforma): “Formazione fondamentale per cultura sostenibilità”
“La formazione è fondamentale per dare la cultura della sostenibilità, è un pilastro fondamentale delle transizioni. Per andare verso il green e il digitale è fondamentale avere competenze, se un’azienda non le ha non si può materialmente andare verso la transizione. Transizione che è invece fondamentale, e per questo stiamo attivando tutti i nostri canali, attraverso il fondo Fonarcom e la federazione Ciforma, per alzare livello della formazione erogata”, ha commentato Alfieri. Per la presidente di Ciforma “non è più rinviabile una transizione in termini di economia, ambiente e sociale, una visione olistica della transizione green e di sostenibilità, che allo stesso modo non è solo ambiente ma anche sociale ed economia. E il nostro compito, da enti che vivono, finanziano ed erogano la formazione, è quello di far capire che questa cultura deve essere assolutamente assimilata dalle aziende e dai lavoratori in tutta la catena aziendale”, ha concluso Alfieri.