Tocca gli 810 punti base lo “spread della miseria” per gli anziani fra Italia e Germania con quasi 1,4 milioni di persone sopra i 65 anni che da nord a sud della Penisola si trovano in uno stato di grave deprivazione. Un record negativo nella Ue
Tocca gli 810 punti base lo “spread della miseria” per gli anziani fra Italia e Germania con quasi 1,4 milioni di persone sopra i 65 anni che da nord a sud della Penisola si trovano in uno stato di grave deprivazione materiale senza potersi pagare un pasto completo o le bollette di luce e riscaldamento. E’ quanto emerge da un’analisi dell’Unione europea delle cooperative Uecoop sulla Relazione 2018 della Commissione europea per gli Affari sociali in occasione della Giornata mondiale per l’eliminazione della povertà proclamata dall’Onu. In Italia – spiega Uecoop – dall’inizio della grande crisi del 2008 gli over 65 in miseria hanno fatto un balzo del 4,2% arrivando nel 2016 a rappresentare il 10,9% di una popolazione di 13,5 milioni di persone, registrando un’incidenza di quasi 4 volte superiore rispetto alla Germania ferma al 2,8% e quasi doppia rispetto alla media Ue che è del 5,8%.
Dei 5,5 milioni di anziani in miseria che risiedono in Europa – sottolinea Uecoop – più di 1 su 4 vive in Italia che registra la situazione più drammatica tra i Paesi fondatori dell’Unione visto che la Francia è al 2,9%, il Belgio al 2,1%, l’Olanda all’1,2% e il Lussemburgo addirittura allo 0,2%. Mentre fanno peggio solo alcuni Stati dell’Est entrati di recente nella Ue come ad esempio la Bulgaria che ha il 37,5% degli over 65 in uno stato di grave deprivazione materiale, la Romania che ha il 22,5%, la Lituania al 17,3% o la Croazia con il 14,5%. Mentre sempre oltre l’ex Cortina di ferro si posizionano meglio dell’Italia l’Ungheria di Orban con il 10,2%, la Slovacchia con l’8%, la Polonia con il 5,9% o la Repubblica Ceca con il 3%. A fronte di una situazione italiana dove ci sono 13,5 milioni di persone sopra i 65 anni e con 6 pensionati italiani su 10 che prendono meno di 750 euro al mese – sottolinea Uecoop – la gestione della terza età diventa un punto fondamentale del welfare sia sul fronte pubblico che su quello privato con la necessità di un sempre maggiore coinvolgimento delle oltre 9.700 cooperative sociali e di assistenza che operano sul territorio nazionale. Anche perché – rileva Uecoop – la popolazione over 65 è destinata ad aumentare a 20 milioni entro il 2050 con addirittura 5 milioni di anziani non autosufficienti nei prossimi dieci anni. La sfida del futuro – continua Uecoop – è quella di potenziare l’assistenza pubblica e privata attraverso il meglio delle professionalità che si potranno mettere in campo a fronte di 12,2 milioni di italiani che – sottolinea Uecoop – rinunciano a curarsi per difficoltà economiche e oltre 7 milioni che si sono indebitati per farlo e 2,8 milioni che hanno venduto casa per pagarsi delle cure mediche secondo il Censis. In questo scenario è necessario potenziare un sistema di welfare che valorizzi – conclude l’Unione europea delle cooperative Uecoop – la parte più avanzata quel mondo cooperativo per affiancare con qualità e professionalità il servizio pubblico dando risposte ai bisogni della gente e al tempo stesso promuovendo il lavoro e l’occupazione.