Offrire strumenti nuovi per ripensare la fisiologia, la prevenzione, la patologia e la riabilitazione per gli artisti dello spettacolo nell’ottica di curare prontamente problemi potenzialmente dannosi per la loro salute. Tenendo in considerazione non solo l’età ma anche i vari generi e tipi di arte. Nasce da queste premesse il master di I livello “Performing Arts Medicine. Prendersi cura delle Arti performatiche e degli Artisti” promosso dall’Unicusano in partnership con l’U.P.A.I.Nu.C. e con il contributo scientifico di CEIMArs (Centro italiano interdisciplinare di Medicina dell’Arte).
Il Master, unico nel suo genere, rivoluzionerà il rapporto fra medico, riabilitatore e artista definendone un nuovo approccio. Per questo l’Unicusano, avvalendosi anche della collaborazione del maestro Beppe Vessicchio quale coordinatore artistico, lo ha destinato a diverse figure professionali in ambito sanitario come medici, odontoiatri, psicologi, infermieri, biologi, farmacisti e fisioterapisti.
Per raggiungere una piena formazione e informazione, durante le 1.500 ore di master saranno approfonditi argomenti legati sì alla medicina tout court ma anche alle scienze umanistiche: storia, filosofia, danza, canto, management, risorse umane, nuove tecnologie. Il master è “accompagnato” da un’altra novità mondiale assoluta: il corso di perfezionamento e aggiornamento “Performing Arts Medicine related Athletology for Coaching, Management and Training of Artists” aperto anche ai diplomati.
“Erano 15 anni che con le università di diversi Paesi tentavo di lanciare un master come questo su sanità e spettacolo – spiega il professore Alfonso Gianluca Gucciardo, coordinatore scientifico e didattico dei corsi – ma sono stati quasi tutti tentativi rivelatisi poi meteore anche perché pensati dai colleghi come qualcosa di ipertecnicistico e settoriale. Grazie a una studiata alternanza di lezioni telematiche e in presenza, l’ ateneo è riuscito, invece, a farcela coinvolgendo docenti provenienti da ben cinque nazioni (Francia, Messico, Spagna, Italia e Argentina) e persino tenendo i costi contenuti; questo è certamente un altro valore aggiunto. Inoltre la possibilità di fare la tesi finale e la discussione accademica in Inglese apre le porte letteralmente al mondo intero così come l’avere come madrina di eccezione assoluta la grande Lara Fabian”.
“Fino a ieri, dunque, in Italia non esisteva la mia figura, quella del medico delle arti, riconosciuta come professione a tutti gli effetti – continua Gucciardo – ma oggi, grazie al master Unicusano, si dà finalmente una risposta alle esigenze sia dei sanitari sia degli artisti; questi ultimi cercano ogni giorno di venir curati da persone conoscitrici del loro settore, dei traumi e delle modalità di approccio all’artista inteso come persona”. Molto spesso si ammalano per via dei ritmi serrati a cui sono sottoposti e per le poche offerte di lavoro. “Spesso questi performer – aggiunge il docente – nascondono dolori o problemi psico-somatici sia per un discorso legato al timore che il sanitario diffonda notizie che violino la privacy sia per paura di perdere un contratto di lavoro”.
Soltanto nel 2024 il mondo universitario ha iniziato ad accorgersi dell’esigenza di una formazione più attenta e curata poiché nel loro cursus studiorum nessun (futuro) professionista ha mai trattato approfonditamente sintomi e malattie di chi vive nel mondo delle performing arts. “L’atleta – puntualizza Alfonso Gianluca Gucciardo – non è uno sportivo. Ha esigenze completamente diverse. Ci sono differenze dal punto di vista lavorativo, occupazione ma anche psicologico. L’OMS ha riconosciuto l’autorevolezza di una rivista scientifica dedicata alle malattie dei performer separando i suoi contenuti da quelli di medicina dello sport, proprio a sottolineare la diversità dei due settori”.
La spinta a far partire il Master dell’Unicusano proviene dalla grande consapevolezza maturata dal professor Gucciardo in 20 anni di carriera in giro per il mondo a stretto contatto con i performer: la richiesta di medici e riabilitatori altamente specializzati è enorme perché gli artisti, oggi, chiedono di essere curati e seguiti da personale che faccia assolutamente la differenza.