ROMA – La fragilità di un uomo che pian piano si perde nell’Alzheimer è incarnata da Nick Nolte in Un viaggio indimenticabile, in uscita il 21 marzo con Warner Bros. Lo dirige il divo tedesco Til Schweiger, che firma qui un remake in inglese con un cast internazionale (tra i protagonisti anche Matt Dillon, Emily Mortimer e Jacqueline Bisset), del suo film Honig Im Kopf (2014), visto in Germania da 7 milioni di spettatori con circa 60 milioni di euro di incassi.
Schweiger, che ha conosciuto da vicino la malattia assistendo, nell’ultimo periodo di vita, il nonno, ha deciso di affrontare il tema mettendo in scena una favola sulla famiglia. E di famiglia ce n’è tanta anche per Nolte, classe 1941, nel film: infatti ad interpretare la nipote del protagonista è la sua vera figlia undicenne, l’esordiente (e talentuosa) Sophia Lane Nolte, che il regista ha chiesto di ingaggiare, dopo una visita a casa Nolte, colpito dalla spontaneità della bambina. Il remake, pensato per raggiungere un pubblico più ampio, ha fatto flop oltreoceano, anche per le durissime recensioni dei critici Usa, che, al di là delle convincenti prove degli attori, hanno accusato Schweiger di non aver saputo dosare comico e drammatico, con il risultato di banalizzare e a tratti ridicolizzare il racconto della malattia. Curiosa e involontariamente surreale anche la visione dell’Italia (Venezia è la meta finale del viaggio dei protagonisti) messa in scena da Schweiger, tra abiti e ambientazioni anni ’50 mescolati, senza un perché, all’oggi.
La storia ruota intorno a Amadeus (Nolte), veterinario rimasto da poco vedovo, diventato ormai incapace di vivere da solo, per i suoi ripetuti vuoti di memoria e comportamenti insensati. Il figlio Nick (Dillon, in un ruolo interpretato nel film originale da Schweiger, che qui invece si ritaglia solo un cameo), che da anni con la moglie Sarah (Mortimer) e la figlia Matilda (Sophia Lane Nolte) in Inghilterra, decide di portarlo a vivere a Londra. Amadeus, protagonista di un numero sempre maggiore di incidenti tragicomici, dal dare quasi fuoco alla casa nel tentativo di cuocere una torta a una prova decisamente estrema di giardinaggio, riesce a trovare un vero dialogo solo con la nipote Matilda. La bambina, trascurata dai genitori, troppo presi dal lavoro e da una crisi matrimoniale, è l’unica che ha la pazienza di ascoltarlo. E quando Nick si rassegna all’idea di mettere il padre in un casa di riposo, Matilda decide di scappare con il nonno, per intraprendere insieme un viaggio della memoria. Nolte si è preparato al ruolo “esplorando la malattia in tre stadi – ha spiegato al Pittsburgh Current -. La perdita di memoria e la ripetitività, una perdita di memoria più profonda e alla fine il vuoto assoluto”.
Per lui recitare con la figlia Sophia “è stata un’esperienza straordinaria”; l’ha aiutata sul set a gestire emozioni a comando, come il dover piangere: “quando è servito è stata capace di mettere molta verità nel ruolo. E’ stata veramente fantastica”.