È in orbita il satellite italiano Prisma, che promette di innovare lo studio dell’ambiente con i suoi sensori ad alta tecnologia. Grazie alla sua super-vista, potrà osservare il modo in cui atmosfera e oceani interagiscono, così come i cambiamenti globali del clima e gli effetti esercitati sull’ambiente dalle attività umane.
Il satellite Prisma (PRecursore IperSpettrale della Missione Applicativa) dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) è stato lanciato dalla base europea di Kourou (Guyana francese) alle 2,50 italiane, con un razzo Vega,costruito in Italia dall’Avio negli stabilimenti di Colleferro (Roma) e, dopo la fase di test, si prevede che sia operativa a partire da giugno.
“E’ una missione importante, che segna il 14/o lancio di Vega, che finora ha al suo attivo 13 successi”, ha detto all’ANSA Stéphane Israel, amministratore delegato della società Arianespace, che gestisce i lanci dalla base di Kourou. “L’obiettivo finale di questa missione – ha aggiunto – è la protezione della Terra e gettare le basi per un importante passo in avanti per la tutela dell’ambiente”. Dalla sua orbita, alla quota di 620 chilometri, il satellite osserverà la Terra con lo strumento iperspettrale operativo più potente al mondo, in grado di acquisire 240 bande spettrali e di riconoscere, oltre alle forme degli oggetti, la firma degli elementi chimici presenti in essi.
A due ore dal lancio, il segnale del satellite è stato acquisito dal Centro Spaziale del Fucino della Telespazio (Leonardo-Thales). “Ancora una volta Vega ha portato a termine con successo la sua missione, con un’affidabilità mai dimostrata al mondo da nessun lanciatore”, ha detto l’amministratore delegato di Avio, Giulio Ranzo. “Siamo molto felici perché Prisma – ha aggiunto – è una missione tutta italiana, che testimonia la capacità di fare sistema e le forti competenze di tutta la filiera italiana dello spazio”.
Prisma è una missione tutta italiana. Il satellite è stato infatti realizzato da un raggruppamento temporaneo di imprese guidato dalla Ohb Italia, responsabile della missione e della gestione dei tre segmenti (di terra, volo e lancio) e da Leonardo, che ha realizzato la strumentazione, i sensori d’assetto e il pannello solare. “La nostra telecamera, la più evoluta e potente al mondo, doterà l’Italia della capacità di studiare il Pianeta come mai prima”, ha rilevato l’amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo.