Il giorno dopo la sottoscrizione da parte dell’Italia del Memorandum che sancisce l’adesione al mastodontico progetto infrastrutturale cinese della Nuova via della Seta – insieme al presidente Xi Jinping ha assistito, seduto al lato sinistro del tavolo, alla firma dei 29 accordi Italia-Cina – il presidente del Consiglio Giuseppe Conte esclude di poter, per dirla con le parole che ha utilizzato a margine di una visita a Lecce per la firma dell’intesa Eni-Cnr sulla ricerca – «lavorare per una nuova esperienza di governo».
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Conte: la mia esperienza di governo termina con questa
Alla domanda se ci fosse una strategia per salvare M5S, ovvero la forza politica che lo ha designato alla poltrona di capo del Governo, il premier ha chiarito: «Io personalmente l’ho detto, non ho la prospettiva di lavorare per una nuova esperienza di governo. La mia esperienza di governo termina con questa. Quello che dobbiamo fare sino all’ultimo giorno in cui avremo questa responsabilità – ha aggiunto – è lavorare incessantemente, senza sosta, con la massima concentrazione per individuare e selezionare gli interessi degli italiani e perseguirli».
L’ipotesi di un’ulteriore battuta d’arresto M5S in Basilicata
Oggi la Basilicata va al voto per le elezioni regionali. Un ulteriore passo falso dei Cinque Stelle, dopo quelli dell’Abruzzo e della Sardegna, avrebbe un impatto sul Movimento, anche in vista della vera partita elettorale, che è quella che si gioca per le Europee, il 26 maggio.
Le distanze nell’esecutivo sulla Cina
Intanto all’interno dell’esecutivo le posizioni tra i due azionisti di maggioranza, M5S e Lega, continuano a farsi distanti su alcuni dossier. Tra questi, proprio quello dell’adesione dell’Italia, primo paese del G7, alla Bri (Belt and Road Initiative). Nelle stesse ore in cui il pentastellato Luigi Di Maio, con al fianco proprio Conte, suggellava l’intesa con Xi, Matteo Salvini lanciava una stoccata all’accordo, poco gradito agli Usa. «Non mi si dica che la Cina è un Paese con il libero mercato», sottolineava il segretario della Lega, con conseguente replica a distanza da parte del leader politico Cinque Stelle: «Salvini ha diritto di parlare, io ho il dovere di fare i fatti, e i fatti – osservava in una conferenza stampa nel giardino di Villa Madama – sono la firma di accordi per 2,5 miliardi».
La mediazione di Conte
Di fronte a questo ennesimo botta e risposta tra i due alleati di governo, Conte tentava ancora una volta la mediazione. E, ad accordo firmato, tornava a diradare i dubbi sui rischi alla sicurezza nazionale. Il capo del governo metteva in chiaro che, da parte di Pechino, non ci sarebbe stata e non ci sarà alcuna colonizzazione.
Le distanze tra il premier e la Lega
Una posizione, quella del premier, ancora una volta in linea con quella pentastellata, meno con quella del Carroccio. Non è la prima volta. Per rimanere alla settimana che si conclude, il premier ha preso le distanze dal Convegno Mondiale delle Famiglie, l’iniziativa sponsorizzata dal ministro della Famiglia, il leghista Lorenzo Fontana. Conte ha deciso di togliere il logo della presidenza del Consiglio all’iniziativa. I leghisti accusano Conte di prendere posizioni troppo sbilanciate a favore di M5S. Da qui (anche) l’indicazione che oggi il presidente del Consiglio ha ritenuto opportuno dare, escludendo future sue partecipazioni ad altri esecutivi. E mandando così un messaggio (anche) a Salvini.
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