Era il favorito della vigilia, in testa in tutti i sondaggi. E ha vinto lui. In una regione governata dal 1995 dal centrosinistra, Vito Bardi, classe 1955, potentino di origine, generale (in pensione) della Guardia di Finanza, è il nuovo governatore della Basilicata. In quota Forza Italia, quattro lauree nel curriculum (Economia e Commercio; Giurisprudenza; Scienze Internazionali e Diplomatiche; Scienze della Sicurezza Economica Finanziaria) Bardi è sceso in campo con il centrodestra appoggiato da sei liste, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Vito Bardi candidato Presidente, Basilicata positiva, Idea-Un’Altra Basilicata.
Quattro i punti forti nel suo programma. Prima di tutto «non ci può essere futuro senza infrastrutture materiali e immateriali». Di qui la necessità di costruire strade e ferrovie e di evitare la fuga dei cervelli. La ricetta è defiscalizzare per creare occupazione, incentivando le multinazionali a insediarsi in Basilicata sul modello della Apple Developer Academy di Napoli, con posti disponibili per giovani imprenditori e futuri sviluppatori lucani.
Dalle infrastrutture al “brand” Basilicata
Non solo. Dal momento che le royalties sul petrolio sono in scadenza e vanno rinegoziate, Bardi punta su queste ultime per finanziare il suo programma di infrastrutture e di incentivi alle imprese. Il tutto «senza dimenticare la tutela dell’ambiente» e facendo della Regione una «casa di vetro trasparente». La Regione Basilicata dell’era Pittella «ha chiuso il bilancio non parificato – ha ricordato Bardi – con rilievi della Corte dei Conti. Tutto questo è inammissibile, bisogna assicurare a tutti trasparenza e legalità». Per risolvere i problemi della sanità lucana il candidato di centrodestra ha poi assicurato di volersi rivolgere a manager che abbiano dato prova di buone capacità gestionali in altre regioni italiane. Inoltre Bardi ha sottolineato spesso la necessità di creare un “brand” Basilicata per la valorizzazione dei prodotti lucani nel mondo.
Nel centrodestra tensioni alle spalle
Al nome di Bardi il centrodestra è arrivato dopo mesi di fibrillazione. Secondo gli accordi “romani”, il candidato governatore doveva sceglierlo Forza Italia in Basilicata, così come in Piemonte. Il nome di Bardi (in quota Forza Italia, appunto) in prima battuta è stato bocciato dalla Lega. Sono circolati perciò altri nomi: dal patron del Potenza calcio Salvatore Caiata (eletto tra le fila del M5S ma espulso a seguito di una indagine per riciclaggio e finito nel gruppo Misto), all’ex dg dell’ospedale San Carlo Michele Cannizzaro. Nomi respinti al mittente però da Salvini. Alla fine era circolata anche l’ipotesi di un Carroccio (in costante crescita di consensi in Basilicata: è accreditata oltre il 20%) al contrattacco con la discesa in campo del 44enne senatore leghista lucano Pasquale Pepe, sindaco di Tolve molto popolare. Ma poi il braccio di ferro si è concluso con una vittoria di Berlusconi, che è riuscito a far digerire a Salvini il nome di Bardi.
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