E così il centrodestra si porta a casa pure la Basilicata – al centrodestra dopo 24 anni – dopo il Friuli Venezia Giulia, le province di Trento e Bolzano, l’Abruzzo, la Sardegna e un bel mazzo di capoluoghi. Lo fa, per l’ennesima volta, fermandosi attorno al 40% dei consensi, massimo storico nella regione più a sinistra del meridione, ma percentuale di quelle misere, se la paragoniamo al consenso bulgaro del centrodestra pre-Ruby, quando Berlusconi era Berlusconi. Eppure vince, come mai prima d’ora, grazie al più grande regalo che ha mai ricevuto in dote: il Movimento Cinque Stelle.
A dirlo non ci si crede: un Movimento che era nato per denunciare l’acquiescenza del Pd (meno elle) nei confronti di Silvio “Psiconano” Belrusconi che diventa il viatico per far vincere al centrodestra ogni elezione, bombardando il Pd, dividendo il fronte alternativo a Salvini e regalandogli comode vittorie anche con percentuali lontane dalla maggioranza assoluta. La prossima in Piemonte. Poi, a meno di grandi rimonte, pure nella roccaforte per eccellenza della sinistra italiana, l’Emilia-Romagna (non più) rossa. Sembra paradossale, è la realtà.
Finita qui? No, spiacenti, è appena cominciata. Perché se ci pensate Salvini dovrebbe ringraziare ogni giorno Beppe Grillo per aver fondato il Movimento Cinque Stelle e accendere un cero alla memoria del Pd, che non lo fece partecipare alle primarie Pd del 2009. Perché da quel momento, la sinistra si è messa il peggior rivale possibile in casa propria, nato con lo scopo di distruggere e sostituire il Partito Democratico con il suo doppelganger giustizialista e massimalista, e il 4 marzo scorso, doppiandolo nei consensi, ci era quasi riuscito. Di Maio & co, tuttavia, sono riusciti a fare addirittura di peggio: hanno consegnato il loro capitale politico alla parte avversa, consentendo a Matteo Salvini di mollare Berlusconi e di governare il Paese col 17% dei voti.
Capolavoro dei capolavori, l’operazione “gialloverde” è costata al Movimento un’emorragia di consensi che sembra non fermarsi mai, tutta a vantaggio della Lega, che nel medesimo periodo, ha raddoppiato il suo massimo consenso storico, arrivando a valere il 30-35% dei consensi. Di fatto, l’operazione Cinque Stelle, sinora, altro non è stata che un gigantesco travaso di consensi da sinistra a destra, che ha consentito a Salvini di prendersi l’Italia, e al Cavaliere di farsi gli affaracci suoi in totale tranquillità: qualcuno ha sentito volare una mosca quando Mediaset ha ceduto a Sky la piattaforma Premium? E quando il fondo Elliot ha scalzato Vivendi e l’odiato Bolloré dal controllo di Telecom? Com’era la storia della sinistra in ginocchio da Silvio?
Il bello, la ciliegina sulla torta, è che di tutto questo i Cinque Stelle nemmeno se ne rendono conto. In piena sindrome di Stoccolma, e ancora convinti che la loro salvifica missione nella politica italiana sia quella di liberare le istituzioni dalla mefitica presenza democratica, sono arrivati a violentare la loro identità, negando ai giudici l’autorizzazione a procedere su Salvini per il caso Diciotti e minacciando espulsioni immediate a chi avesse disobbedito agli ordini. Altro giro, altri voti buttati, con i sondaggi che li danno sotto al Pd e con la Lega ormai a rischio doppiaggio. Se fosse stata una strategia di autodistruzione accuratamente pianificata non gli sarebbe venuta così bene.
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