Il disabile 45enne scrive l’accaduto perché a causa della sua disabilità al 100 per cento che gli blocca quasi tutto il corpo non può parlare. Trenord si scusa.
Il controllore lo avvisa: «Scenda, sul treno c’è già un altro disabile, due sono troppi e lei non ha neanche preavvertito». Il disabile si è visto così costretto a scendere proprio lì dove era salito, alla fermata Cadorna.
Una volta giunto a casa si sfoga col fratello avvocato al quale racconta l’accaduto scrivendo, perché purtroppo non può parlare a causa della disabilità al 100 per cento che gli «blocca» quasi tutto il corpo.
Così si apre un caso, perchè il disabile ha messo nero su bianco i fatti in una lettera di denuncia inviata a Trenord, riservandosi di chiedere eventuali i danni. I fatti: venerdì pomeriggio, ore 17.13: il disabile era salito sul treno a Cadorna diretto alla Bovisa insieme alla signora che lo accudisce durante il giorno. Andavano insieme a prendere la figlia di lei a scuola. Erano saliti sul vagone che non era neanche pieno, lui si era seduto sul sedile di fianco alla donna ripiegando la sua carrozzina, «piccola e leggera». Il treno era pronto a partire quando è arrivato il controllore e si è rivolto a lui «in modo brusco» dicendogli di scendere.
Sul sito Trenord c’è scritto in effetti che si invitano i passeggeri con bisogno di assistenza ad avvertire con 48 ore di anticipo, il punto è che il disabile non richiedeva alcuna assistenza né un sedile particolare, era già sistemato e stava benissimo ma ovviamente non ha neanche potuto ribattere, è sceso dal treno e tornato a casa con le lacrime agli occhi per la rabbia. E così la sua autonomia viene svilita in modo umiliante e discriminatorio. La signora ha dovuto accompagnarlo a casa e la figlia è rimasta a scuola un’ora in più, con ovvio disagio della scuola.
Da Trenord lunedì mattina sono arrivate alcune email di risposta, di cui però soltanto una pertinente, spiega il disabile. Sei email danno solo informazioni su possibili agevolazioni (Sala blu, Sala amica aeroporto, Navigazione laghi, e così via). Una sola email riguarda il fatto specifico con la quale Trenord si scusa per l’accaduto sostenendo che il fatto non doveva accadere e non rappresenta lo standard del servizio di assistenza che offrono a circa 60 passeggeri ogni giorno.