Un recente studio dimostra come l’assunzione di due tazzine di caffè al giorno riduca il dolore percepito. La bevanda tanto amata sia dagli italiani che dal mondo, non fa solo male come si pensava
Novità dal mondo del caffè: dopo tante ricerche che mettevano alla gogna l’utilizzo dell caffè oggi arriva uno studio che regala alla bevanda più amata dagli italiani (e non solo) un’importanza considerevole.
Pare infatti che l’assunzione regolare di caffeina sia una buona alleata contro il dolore, tanto da renderlo molto più sopportabile.
La rivelazione esilarante arriva in seguito ad uno studio che ha tenuto impegnato lo psicologo Burel Goodin, della University of Alabama a Birmingham. Uno studio talmente interessate da finire sulla rivista Psychopharmacology.
La notizia è messa in giro a poco tempo di distanza dalla Giornata Internazionale del Caffè (fortemente voluta dall’International Coffee Organization, abbreviata ICO) che è stato organizzata con l’aiuto dell’ONU. Questo al fine di rendere più fruibile la collaborazione tra le nazioni che consumano, esportano e producono caffè.
Lo psicologo ha sperimentato la cosa su 62 individui dai 19 ai 77 anni e fatto sì che ognuno di essi avesse un apporto medio di caffeina di 170 milligrammi al giorno (della quantità di circa un paio tazzine di caffè), anche se quasi tutti i partecipanti hanno un consumo molto più alto della bevanda.
Goodin ha condotto un classico test per stabilire la percentuale di dolore: i volontari erano stimolati sull’avambraccio con fonti di calore e pressione a intensità crescenti e decrescenti e dovevano dire se la pressione impressa facesse loro più o meno male in un determinato momento.
Dall’esperimento è venuto fuori che nonostante ci siano altri fattori, tipo l’uso di alcol, il fumo e il sesso ad influire sulla soglia di dolore, sopportare un male è più tollerante se si assume giornalmente una quantità minima di caffeina (a partire dalle due tazzine al dì).