I Verdi italiani e la sfida di tornare a pesare alle elezioni europee. Oggi, venerdì 5 aprile il partito ecologista annuncia il simbolo della campagna elettorale e ufficializza l’unione con Possibile. Obiettivo? “Opporsi all’ideologia sovranista che scuote l’Europa nelle sue fondamenta e mantenere l’ambiente al centro della politica europea”. Ma la sfida per l’alleanza non è facile. Si punta tutto sugli indecisi, all’associazionismo, alla società civile, rinunciando la connotazione di sinistra e rilanciando su un programma con le donne al centro, ecologista e con forte connotazione sociale. Ne abbiamo parlato con Monica Frassoni, co-segretaria dei Verdi europei.
Puntate al 4%: ce la farete?
Noi oggi politicamente siamo più forti in Europa: questo ci ha spinto a lavorare per una proposta elettorale per le elezioni europee nella quale ci fossero naturalmente i Verdi italiani ma che avesse come obiettivo quella di essere più larga, che esprimesse la capacità dei Verdi europei di aggregare e interessare dei gruppi e famiglie politiche che si riconoscono nel gruppo. Abbiamo stretto l’accordo con Possibile. Abbiamo lavorato con DIEM di Varoufakis e con VOLT. Abbiamo provato a chiudere con Marco Cappato nei mesi scorsi ma, con l’elezione di Benedetto della Vedova al congresso di +Europa, che è molto distante dalle nostre posizioni, soprattutto riguardo ai cambiamenti climatici, il rapporto si è interrotto. Il mio auspicio è che questa lista che fa riferimento ai Verdi europei abbia la capacità di aggregare gli elettori di partiti vicini alle nostre posizioni.
Ma che hanno guardato altrove, come Pizzarotti, finito con +Europa. E come la sinistra, che ha scelto di correre senza di voi…
Io sono di sinistra, ma ritengo che l’etichetta in questo momento non serva, che il tema fondamentale, che peraltro ingloba anche molte lotte della sinistra, è quello della sfida ecologista e della transizione economica.
E i transfughi del Movimento 5 stelle?
Il deputato italiano che fa parte del gruppo dei Verdi europei è Marco Affronte, uscito dal Movimento 5 stelle. Il discorso non è da fare sugli individui, ma sulle idee.
L’Italia, ha una politica basata molto sulla singola persona. In questa coalizione cercherete una figura di riferimento, un leader?
Noi abbiamo sempre sostenuto la leadership plurale e quindi non crediamo che per noi questa sia una buona idea. Il nostro obiettivo è puntare sulle donne: siamo tra i pochi gruppi che le hanno e che stanno in una situazione di leadership, non gregaria. Per questo puntiamo ad aver 3-4 figure di riferimento che coprano i vari temi. Il maschilismo nella politica è persistente e noi siamo fiere di mostrare come il nostro partito si possa distinguere in questo senso.
Sotto il verde, il rosa, insomma. Parliamo d’idee…
Occorre mettere in atto una proposta politica che abbia al centro ecologia, lotta ai cambiamenti climatici, federalismo europeo, femminismo e civismo. Così si ha la possibilità di ottenere il 4%. Il nostro unico limite è la visibilità. In questo momento le questioni ambientali sono sulla bocca di tutti grazie a una ragazza di 16 anni che ha il merito di parlare ai politici per dir loro di darsi da fare: è da sottolineare che nella comunicazione di questi movimenti non c’è un rifiuto della politica, non c’è il “fa tutto schifo”, al contrario dicono “noi siamo giovani, non possiamo dirvi cosa dovete fare, ma possiamo spingervi ad agire”. Possibile che noi ecologisti dobbiamo attaccarci a un tunnel nelle montagne che sarà fatto nel 2035? Se vuoi rafforzare quella linea metti a posto il tunnel esistente, con 400 milioni di euro e in 3 anni lo fai, anziché con 3 miliardi in 15 anni.
C’è altro oltre il TAV?
C’è il clima. Il 70% delle case italiane sono completamente inefficienti dal punto di vista energetico. Dobbiamo fermare queste emissioni. E se pensiamo che Ance, l’associazione nazionale dei costruttori, sta creando 500.00 posti di lavoro attraverso il rinnovamento e la riqualificazione delle case, capiamo anche la leva sociale di questo processo. Parliamo del fatto che quando c’è stato il boom delle rinnovabili in Italia c’erano 130.000 posti di lavoro in più, la cui metà è andata persa con i provvedimenti di Berlusconi e Monti. La nostra sfida è quindi riuscire ad arrivare a più persone possibili per parlare di questi temi, che sono ambientali e sociali al tempo stesso.
I tempi cominciano a scarseggiare. Ci sono le finanze per l’ultimo rush di campagna elettorale dopo la chiusura delle liste il 7 aprile?
Personalmente sarei stata pronta a iniziare la raccolta fondi a novembre. Devo dire che abbiamo una grande esperienza in fatto di campagne low cost. Nel 2014 pensavamo di non essere ammessi alle liste ma abbiamo fatto ugualmente la battaglia, con solo tre settimane di tempo utile. Quindi abbiamo fatta una campagna elettorale con 20 mila euro più le risorse personali dei candidati. Spero che riusciremo a realizzare ugualmente una campagna efficace. È un peccato, lo ammetto. Se penso che i Verdi francesi sono partiti dal 3% a fare campagna a settembre e ora i sondaggi li danno a oltre il 10%, cioè oltre Mélencho. Il problema è riuscire a far capire che questa è una vera proposta che va avanti, non una da 0,5%. Se entro due settimane arriviamo a un sondaggio che ci dà al 2/2,5% allora sì, ce la facciamo Perché allora in due mesi il 4% non è impossibile. Adesso siamo all’1,1%, ma la campagna è appena cominciata.
https://www.linkiesta.it/it/article/2019/04/05/monica-frassoni-verdi-intervista-elezioni-europee/41700/