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Un altro licenziamento su Twitter firmato Donald Trump: il presidente annuncia tramite il suo strumento preferito l’addio della ministra dell’Interno Kirstjen Nielsen, una delle poche donne della sua amministrazione, di cui l’ex tycoon “accetta” le dimissioni. “Il segretario della Homeland Security, Kirstjen Nielsen, lascerà la sua posizione e vorrei ringraziarla per il suo servizio”, scrive Trump, che continua a perdere pezzi dopo le dimissioni del segretario alla Difesa, Jim Mattis e del capo di gabinetto della Casa Bianca John Kelly.
“Ho il piacere di annunciare che Kevin McAleenan, l’attuale commissario per la difesa delle dogane e del confine diventerà segretario del dipartimento per la sicurezza nazionale. Ho fiducia che Kevin farà un gran lavoro”, ha scritto Trump, annunciando il sostituto. Il ministero della Homeland Security viene dunque commissariato.
Con l’addio di Nielsen e l’arrivo di McAleenan la linea anti-immigrati registrerà un indurimento: il nuovo ministro dell’Interno è stato al fianco di Trump come sostenitore del Muro al confine con il Messico. In realtà Nielsen era stata una dei volti che più nettamente venivano identificati nel continuo giro di vite dell’amministrazione in tema immigrazione.
In una lettera di dimissioni la ministra conferma l’addio, “nonostante i nostri progressi nella riforma della Homeland Security”, ma non spiega i motivi dell’avvicendamento. “Spero che il prossimo ministro abbia il sostegno del Congresso e dei tribunali nel correggere quelle leggi che ci hanno reso più difficile difendere in maniera estensiva i confini d’America”, scrive ancora Nielsen.
Dietro le dimissioni improvvise ci sarebbe il pressing di Trump di prendere misure illegali per fermare la richiesta di asilo da parte degli immigrati. Tra questi, secondo il New York Times, il “blocco di tutte le richieste di asilo”. Davanti all’esitazione del ministro, Trump le avrebbe rinnovato la sfiducia che nutriva da mesi e che le aveva più volte manifestato. Secondo fonti della Cnn, pero’, Nielsen non si sarebbe dimessa volontariamente.
Chi è Nilsen, l’avvocatessa licenziata con un tweet
Avvocatessa nata in Colorado, 46 anni, ministra dall’ottobre 2017 al posto di John Kelly, passato allo staff del presidente, Nielsen era attesa da una missione in Europa, dove avrebbe incontrato i colleghi di Regno Unito e Svezia per parlare di cyber sicurezza, e poi partecipare al G7 dei ministri dell’Interno in programma a Parigi. Invece ha lasciato l’incarico al termine dell’incontro, che si è tenuto ieri alla Casa Bianca, nel corso del quale Trump le avrebbe contestato anche la decisione di bocciare la candidatura di Ron Vitiello, esperto in politiche migratorie, alla guida dell’ufficio speciale che deve occuparsi del confine con il Messico.
Per due anni fautrice della politica della “tolleranza zero” e sostenitrice di una linea dura sulla separazione tra genitori e figli, Nielsen era stata accusata dai dem dopo la morte di una bambina guatemalteca di 7 anni, tenuta lontana dai genitori e ricoverata in un ospedale del Texas. Nonostante questo, Trump non era soddisfatto: alla fine dell’anno scorso il presidente disse che avrebbe voluto da Nielsen un “atteggiamento più duro”.
La crisi sarebbe iniziata a maggio dello scorso maggio, quando Nielsen aveva esitato a firmare il provvedimento che avrebbe portato alla separazione dai genitori di 2500 bambini. Le dimissioni arrivano a poche ore dalla pubblicazione della notizia secondo cui il ministro Nielsen aveva messo in guardia il presidente dei rischi che la chiusura dei confini con il Messico avrebbero portato all’economia americana: non si sbarrava la strada solo alle persone, ma alle merci. Trump non ha gradito.
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