Secondo la Commissione per le Libertà Civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento Europeo (Libe), i social network devono essere in grado di rimuovere un contenuto terroristico entro un’ora dalla sua pubblicazione.
Con 35 voti favorevoli, 1 voto contrario e 8 astensioni, l’organismo permanente presieduto da Claude Moraes ha approvato lunedì una proposta di legge per contrastare l’uso improprio dei servizi di hosting per diffondere pubblicamente contenuti terroristici online in tutta l’UE.
All’indomani della strage di Christchurch, nella quale un cittadino australiano ha trasmesso in diretta su Facebook il massacro di 49 persone, l’intenzione della Commissione sembra essere quella di voler rafforzare la responsabilità dei social network nei confronti di azioni compiute all’interno delle piattaforme.
Ma prima di arrivare alla versione che sarà votata la settimana prossima a Strasburgo, la norma è passata attraverso lo screening delle organizzazioni per la tutela dei diritti digitali, che ne hanno intravisto un potenziale censorio: “La prima versione della norma era molto peggiore di quella attuale, nella quale sono state aggiunte le eccezioni per i servizi cloud e quelli di messaggistica privata. Come CDT è una cosa che avevamo chiesto a dicembre e siamo contenti sia passata”, ha spiegato all’Agi Vincenzo Tiani, Eu affairs analyst del Center for Democracy and Technology ed esperto di diritto digitale.
Dopo la battaglia sul copyright, la sensazione è che l’Unione Europea voglia prendere di mira i social. Giusto?
In realtà non penso che sia così. E stavolta siamo riusciti a rimuovere i riferimenti ad obblighi di filtri e di monitoraggio attivo da parte degli hosting service provider. Quindi non credo sia una norma che vuole attaccare i social: il fatto indiscutibile è che però è lì che questi messaggi vengono diffusi.
Cosa cambierebbe rispetto alla situazione precedente?
Lo scopo della norma è velocizzare le procedure di rimozione di contenuti di tipo terroristico. Per farlo, un po’ sulla falsa riga del Gdpr, si fa leva su una sanzione massima pari al 4 per cento del fatturato mondiale dell’anno precedente se gli hosting service provider persistono nel non rimuovere i contenuti segnalati dalle autorità entro un’ora.
Alcune associazioni denunciano il fatto che, secondo il testo discusso, non è richiesta la convalida delle richieste da parte di un magistrato, è corretto?
Nel nuovo testo è stata aggiunta la definizione di Autorità competente che deve essere un’autorità giudiziaria o un’autorità amministrativa indipendente. Questo assicura che l’ordine di rimozione venga dato da un’autorità in grado di fare quel bilanciamento tra l’esigenza di rimozione e il rispetto del diritto alla libera manifestazione del pensiero. In quest’ottica sono state inserite anche delle eccezioni per l’uso di questi contenuti a scopo giornalistico, di ricerca, nonché di critica nel dibattito pubblico.
La tempestività non è cruciale per rimuovere un contenuto?
CDT e altre organizzazioni sia della società civile che dell’industria non ritengono che questa tempistica sia realistica da rispettare, soprattutto per le PMI che non lavorano ventiquattro ore al giorno per sette giorni la settimana, e non hanno la forza economica per poter assumere personale dedicato a questa evenienza. Per questo avevamo appoggiato la proposta di sostituire un’ora con le parole “il prima possibile”, in modo che ogni azienda avrebbe potuto adempiere secondo le proprie capacità. La richiesta di rimozione, così com’è, non può restare in questo testo.
The #LIBE committee is about to vote the #TerReg text. We are glad to see there are several improvements but we are still concern that the 1h deadline to remove terrorist content is unaffordable for #SMEs and we are not the only ones.https://t.co/G87G4MCGH3 pic.twitter.com/rnrjhs552k
— CDT EU (@cdteu) April 8, 2019
Quale iter deve seguire l’approvazione?
Ci sarà un passaggio alla plenaria di Strasburgo della prossima settimana, l’ultima prima delle elezioni europee. Poi, se il testo dovesse passare, si procederà con le trattative al Trilogo con la Commissione e il Consiglio per l’approvazione di un testo finale condiviso. Ma di questo se ne riparlerà solo dopo le prossime elezioni.
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