La crisi libica scala le priorità del governo: il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha convocato a Palazzo Chigi i ministri degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, e della Difesa, Elisabetta Trenta, oltre al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, e ai vertici dei Servizi: una riunione per fare il punto sulla situazione e “seguire da vicino il caso”. Dopo un’ora e mezza il premier ha annunciato la creazione di un “gabinetto di crisi” che rimarrà in servizio fino a quando l’emergenza non sarà rientrata.
Nel frattempo lo staff diplomatico di Palazzo Chigi ha attivato i contatti con gli Stati Uniti e la Francia. Il premier ha avuto un colloquio telefonico con la cancelliera tedesca, Angela Merkel, e il ministro Moavero ha ricevuto alla Farnesina l’ambasciatore degli Stati Uniti a Roma, Lewis Eisenberg. Il sottosegretario agli Esteri, Guglielmo Picchi, ha scritto su Twitter che una visita del capo della diplomazia in Libia per incontrare il generale Khalifa Haftar, potrebbe essere decisiva per fermare l’escalation.
I sospetti su Parigi
L’uomo forte della Cirenaica, che controlla già il settore orientale del Paese e buona parte del Sud, da una settimana ha infatti lanciato un’offensiva che punta alla conquista della capitale, sede del governo, riconosciuto dalla comunità internazionale, di Fayez al-Serraj. Sul terreno la situazione è sull’orlo della guerra civile. Migliaia di libici sono scesi in piazza a Tripoli e a Misurata per protestare contro l’offensiva militare e contro il ruolo della Francia, accusata di esserne il principale sponsor.
Nella piazza di Misurata è stata data alle fiamme almeno una bandiera francese. Parigi assicura però che “parla a tutte le parti del conflitto libico”, replicando alle indiscrezioni del quotidiano La Repubblica secondo cui Haftar avrebbe inviato i suoi emissari a Parigi prima dell’offensiva su Tripoli.
Smentito l’incontro tra Moavero e Haftar
La complessa rete di interessi stranieri che complica la crisi libica diventa man mano che passano i giorni più evidente. Secondo il Wall Street Journal, l’Arabia Saudita ha promesso ad Haftar, “decine milioni di dollari per sostenerlo nell’offensiva”. E secondo fonti locali, l’Esercito nazionale libico, sotto il comando di Haftar, ha utilizzato caccia forniti dagli Emirati arabi per bombardare varie posizioni attorno alla città costiera di Zwara, vicino alla frontiera tunisina.
L’attacco aereo è stato effettuato contro una caserma vuota e in disuso a sud di Zwara, un centinaio di chilometri a ovest di Tripoli, senza vittime, secondo una fonte di sicurezza. Ma nella serata le forze di Tripoli hanno reagito bombardando la base aerea di al-Watiya. L’Onu intanto ha lanciato un nuovo appello: gli sfollati sono oltre 8 mila e almeno 1.500 migranti hanno urgente bisogno di evacuazione.
L’ambasciata d’Italia a Tripoli informa infine che “la notizia secondo cui il ministro degli Esteri e della Cooperazione internazionale, Enzo Moavero Milanesi, starebbe per recarsi a Al Rajma per incontrare il generale Khalifa Haftar, è destituita di ogni fondamento”.
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