“Grazie a quanti hanno lavorato a questo progetto e al professor Garibaldi che ha contribuito in questi anni al lavoro pregevole realizzato con VisitInps. Anche io nel corso della mia attività accademica per un periodo di tempo sono stato affascinato dallo studio delle istituzioni pubbliche, e comprendo l’interesse che si può sviluppare”. Così il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, è intervenuto all’evento Inps ‘I big data nella pubblica amministrazione’, in cui tra l’altro si è parlato dell’integrazione delle basi dati amministrative Inps nel programma VisitInps, di cui era presente il responsabile scientifico, Andrea Garibaldi.
E Tridico ha sottolineato come “Direzione centro studi e ricerche dell’Inps sia stata riconosciuta come ente di ricerca da Eurostat. E’ una grande soddisfazione e io ne sosterrò lo sviluppo”.
E per Andrea Garibaldi, responsabile scientifico di VisitInps “il grande obiettivo di VisitInps è stato di mettere a disposizione dei ricercatori italiani una fonte unica che sono i dati amministrativi e, quindi, le storie lavorative di tutti noi, di tutti i lavoratoti italiani, di tutti i pensionati per cercare di rispondere ai problemi strutturali dell’economia italiana. C’è stata una grande visione iniziata nel 2015 con il presidente dell’Inps Tito Boeri per cercare davvero di mettere a disposizione i gig data della pubblica amministrazione sia ai policy makers che ai ricercatori”.
Per Garibaldi tanti sono i risultati raggiunti in questi anni da VisitInps: “Abbiamo avuto -ha detto- quasi 400 domande di partecipazione da giovani ricercatori in Italia e nel resto del mondo. E poi abbiamo avuto più di una volta la possibilità di presentare i risultati delle nostre ricerche sia sul Jobs act che sugli immigrati ai direttori generali dei ministeri, ai policy makers, e questo è molto importante”.
E sull’apprezzamento di Tridico per VisitInps ha commentato: “Ringrazio -ha sottolineato Garibaldi- il presidente Tridico per le parole di apprezzamento del programma. Io auspico che il programma continui, e sembra che le parole di Tridico vadano in questa direzione. Naturalmente si può sempre fare di meglio e di più. Si può allargare -ha concluso- a potenziali temi di ricerca e metodologie, ma l’idea che se un ricercatore ha una buona idea può accedere ai migliori dati del nostro Paese credo che sia una cosa importante e vada portata avanti”.
E da Massimo Antichi, della direzione centrale studi e ricerche dell’Inps è arrivata la disponibilità dell’Istituto a fare un passo avanti sul tema delle banche dati. “Noi siamo pronti -ha sottolineato- a gestire un grande data center pubblico, magari in partnership con Banca d’Italia. Ma si deve rivedere la normativa sulla privacy, noi siamo un ente pubblico e non possiamo essere trattati dal Garante alla stessa stregua di un soggetto privato come Facebook”.
Per Antichi “potremmo fare come in Germania, dove se un ricercatore ha necessità di avere accesso a dei dati pubblici fa una semplice richiesta, motivata a livello accademico e può avere accesso ai dati. Qui questo non avviene, anzi. E, invece, si potrebbe fare con un soggetto pubblico come Inps a fungere da gestore, e con la previsione naturalmente di controlli e sanzioni nel caso di abusi”.
E, in conclusione, Guido Romano ha raccontato il contributo portato da Cerved al progetto. “Noi abbiamo apportato a VisitInps -ha spiegato- un patrimonio di dati che riguardano i bilanci di tutte le società di capitali italiane. E’ un patrimonio di dati importanti, perché combinati con gli altri dati contenuti in VisitInps consente ai ricercatori di fare una serie di analisi approfondite”.
Per Romano “VisitInps per la pubblica amministrazione è fondamentale perchè così si riescono a prendere le decisioni sulla base di dati cosiddetti ‘data driven'”.
Per noi VisitInps, ha continuato Romano, è importante “per il nostro impegno di responsabilità sociale che portiamo avanti. Poi l’approccio open innovation è un approccio in cui noi crediamo. Terzo ci vogliamo far conoscere dalla pa, finora non siamo mai entrati in questo mercato in modo convinto ma adesso lo vogliamo fare. Secondo noi l’open innovation può essere un’occasione di sviluppo per la pa”, ha concluso.
Adnkronos.