Un groviglio di tronchi, rami e foglie che si arrampicano fino al soffitto e, tra l’intrico della vegetazione, un paesaggio lombardo con case e colline. Così doveva presentarsi alla fine del Quattrocento la Sala delle Asse del Castello Sforzesco, decorata da Leonardo da Vinci per Ludovico Maria Sforza detto il Moro.
Ma il duca di Milano non poté vedere completato il mirabile trompe-l’oeil: nel 1499 le truppe francesi lo costrinsero alla fuga, mentre i suoi appartamenti venivano imbiancati e destinati a funzioni militari.
Parzialmente riscoperto negli ultimi anni dell’Ottocento e in restauro dal 2013, il tesoro della Sala delle Asse torna a mostrarsi in occasione dei 500 anni dalla morte del suo autore. Da oggi, 16 maggio, al 12 gennaio 2020 saràeccezionalmente accessibile ai visitatori con scoperte inedite e un allestimento multimediale che permetterà di comprendere il progetto pittorico originario nella sua interezza.
Intorno alla riapertura del salone del duca si dispone il palinsesto di “Milano e Leonardo 500”, che ha il suo quartier generale proprio al Castello Sforzesco: prende il nome di “Un Leonardo mai visto” la rassegna di mostre e percorsi speciali che rende omaggio al genio di Vinci e ai suoi poliedrici interessi, con la natura in ruolo da protagonista.
• Sotto l’ombra del Moro. La Sala delle Asse
Il pergolato di 18 alberi di gelso dipinto da Leonardo ricopre la volta del salone dando l’illusione di trovarsi in un giardino, mentre sulle pareti brani di decorazioni affiorano qua e là, a partire dal cosiddetto Monocromo, la possente radice disegnata accanto al camino che agli scopritori ottocenteschi sembrò un’aggiunta posticcia. Per la prima volta oggi è possibile ammirarlo da vicino grazie a una tribuna montata per l’occasione.
Ma la curiosità si concentra soprattutto sui particolari inediti che il restauro sta portando alla luce. Tra affascinanti intrecci arborei emergono i profili di colline ed edifici: nel salone di rappresentanza del duca, lo sguardo si spinge lontano per osservare i possedimenti degli Sforza. Anche la scelta del gelso non è casuale: è un inequivocabile simbolo di ricchezza in una terra in cui prospera l’allevamento dei bachi da seta, ma richiama anche il nome di Ludovico, detto “il Moro” come le more di gelso, e infatti il salone diviene subito noto come “Camera dei Moroni”.
Se i ritrovamenti ottocenteschi si limitavano al soffitto, le scoperte recenti localizzate sui muri ci permettono di immaginare una stanza completamente ricoperta di decorazioni, un trompe l’oeil gigantesco e immersivo in cui leggiamo tutta la passione che Leonardo mise nello studio della natura.
Ce ne rendiamo conto appieno attraverso l’installazione multimediale Sotto l’ombra del Moro, curata da Francesca Tasso e Michela Palazzo e realizzata per la Sala delle Asse da Culturanova di Massimo Chimenti, che guida lo sguardo dalla volta ai dettagli delle pareti, schiudendo i segreti di una storia ancora in fieri.
• Un Leonardo mai visto: mostre e percorsi al Castello Sforzesco
Con la riapertura dell’antico salone di rappresentanza le celebrazioni milanesi per i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci entrano nel vivo. La Sala delle Asse diventa il cuore dei festeggiamenti, intorno al quale si dispone il ricco programma espositivo del Castello Sforzesco.
Nel cortile della fortezza “La Pergola di Leonardo” è la riproduzione vivente della decorazione leonardesca: giovani alberi di gelso compongono un’architettura vegetale destinata a svilupparsi pienamente nell’arco di tre stagioni, in un richiamo costante all’opera dell’artista e scienziato.
Nella Sala delle Armi, invece, l’esperienza multimediale Leonardo e Milano ci accompagna alla scoperta della città così come doveva apparire tra il 1482 e il 1512: tra luci, suoni e ologrammi, il maestro toscano dialoga con l’allievo Cesare da Sesto illustrando le bellezze di quella che allora era la metropoli più popolosa d’Europa dopo Parigi, insieme ai suoi progetti dalla risistemazione urbanistica allo sviluppo delle rete dei canali. Edifici sacri e residenze aristocratiche, giardini e facciate affrescate scandiscono il viaggio fino alla corte dell’Arengo – l’attuale Palazzo Reale – non lontano dalla casa di Leonardo.
Nella Sala degli Scarlioni il campo si allarga: Leonardo in Lombardia evidenzia il rapporto dell’artista con il territorio circostante in otto diversi itinerari che rintracciano nell’arte, nel paesaggio e perfino nella cultura enogastronomica spunti presenti nelle opere del maestro.
Arrivano dalla Royal Collection di Elisabetta d’Inghilterra, dalLouvre e dagli Uffizi i preziosi disegni esposti nella Sala dei Ducali nella mostra Leonardo tra Natura, Arte e Scienza fino al 18 agosto, mentre nella Sala del Tesoro insieme all’affresco di Argo del Bramantino i visitatori potranno ammirare una selezione di preziosi manoscritti rinascimentali e sfogliare virtualmente il Codice Trivulziano di Leonardo. Dal prossimo dicembre il Codice sarà poi visibile in versione originale all’interno della mostra Una scrittura allo specchio. I segreti della sinistra mano, che ripercorrerà la formazione del maestro attraverso l’analisi della sua grafia.
Alla decorazione della Sala delle Asse, alla Pergola di Leonardo e all’interesse del genio vinciano per la natura si riallaccia infine l’esposizione Alberi monumentali allestita nella Sala della Raccolta Bertarelli, testimonianza dello stretto legame tra l’artista novecentesca Federica Galli, il paesaggio e il patrimonio arboreo italiano.
Con le iniziative di “Leonardo mai visto” anche il cinema fa il suo ingresso tra le mura del castello. Nella Sala degli Scarlioni saranno proiettati in loop contenuti tratti dal film “Io, Leonardo” in uscita il 26 settembre, prodotto da Sky e Progetto Immagine con la regia di Jesus Garcés Lambert e la consulenza scientifica del professor Pietro Marani. In evidenza la ricostruzione a 360 gradi della Sala delle Asse, che regalerà al pubblico una totale immersione nell’ambiente rinascimentale.
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