L’Onu mette sotto accusa il decreto sicurezza bis. E condanna le direttive alle forze di polizia e alla Difesa del ministro dell’Interno Matteo Salvini per vigilare contro l’attività di soccorso della nave Mare Jonio dell’Ong Mediterraneo. Iniziativa clamorosa, ipotesi gravissime. Il governo italiano sta violando i diritti umani, dicono le Nazioni Unite. Con un invito esplicito: revocare le direttive del Viminale, non approvare il decreto sicurezza bis.
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La lettera per Moavero
Il 15 maggio è partita la missiva per l’ambasciatore Gian Lorenzo Cornado, rappresentante per l’Italia presso l’ufficio Onu di Ginevra. Mittente: Beatriz Balbin, capo delle procedure speciali dell’Ohchr, l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i diritti umani. Balbin chiede a Cornado di trasmettere al ministro degli Affari esteri, Enzo Moavero Milanesi, le dieci pagine di considerazioni di sei relatori esperti dell’Alto commissario, in materia di diritti umani, razzismo, tortura e trattamenti inumani, tratta di donne e bambini, intolleranza e xenofobia. Il documento è una sequenza interminabile di critiche alla politica sull’immigrazione di Salvini, obiezioni a ripetizione di violazione dei diritti umani. La lettera dell’Ohcr è stata inviata anche all’Unione europea e al governo della Libia.
«Serie preoccupazioni» sul decreto sicurezza bis:
Il decreto legge sicurezza bis potrebbe essere approvato dal Consiglio dei ministri di lunedì. Ma vanno sciolti tutti i nodi politici ancora in ballo. Salvini tuttavia ha già reso noti i contenuti. Così l’Ohcr esprime «serie preoccupazioni» per le multe di alcune migliaia di euro previste dal decreto per chi fa ricerca e soccorso di vite umane ma non rispetta le convenzioni internazionali. Le cifre definitive saranno fissate al Consiglio dei ministri, nell’ultima versione del testo le sanzioni cambiano da penali ad amministrative. Ma di certo il soccorso non può essere sanzionato, sottolinea l’organismo di Ginevra. E chiede perciò «l’interruzione della procedura» destinata alla «approvazione del decreto sicurezza bis».
«Violato il principio di non respingimento»
Il documento fa richiesta a Moavero di «indicare in che modo il governo» stia rispettando i «propri obblighi di prevenire la perdita di vite umane dei migranti nel Mar Mediterraneo» e «il principio di non respingimento nel coordinare le operazioni di ricerca e salvataggio che coinvolgono la guardia costiera libica». Visti «i recenti rapporti delle Nazioni Unite che documentano uno schema di violazioni dei diritti umani contro i migranti in Libia, anche se perpetrato dalla guardia costiera libica». La Libia, ribadisce l’Onu, non è un porto sicuro.
«Criminalizzato il soccorso, incentivata la xenofobia»
Nel documento inviato agli Esteri l’attacco al ministro Matteo Salvini non ha tregua: «Le direttive contro la nave Mare Jonio» secondo l’Alto commissario «non sono state confermate da alcuna decisione dell’autorità giudiziaria competente». E sono «un altro tentativo politico di criminalizzare le operazioni di ricerca e salvataggio svolte dalle organizzazioni della società civile nel Mediterraneo». Oltre a «intensificare ulteriormente il clima di ostilità e xenofobia nei confronti dei migranti».
L’apprezzamento per la Marina
Non mancano le considerazioni positive: «Elogiamo la Marina militare italiana» e di conseguenza la Guardia Costiera «per i suoi sforzi sostenuti per salvare vite umane» si legge nel testo. Ma se «il governo italiano non fornisce sistematicamente meccanismi di salvataggio per proteggere la vita e la dignità, gli attori umanitari sono indispensabili nella fornitura di tali servizi». Resta un passaggio fondamentale, quasi ovvio, ma ormai indispensabile: «Il diritto alla vita costituisce un diritto fondamentale». La sua «protezione efficace è il prerequisito per il godimento di tutti gli altri diritti umani». Non c’è altro da aggiungere.
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