Via libera alle nomine e al Ddl sui magistrati onorari. È questo il risultato dell’ultimo Consiglio dei ministri andato in scena in due tempi prima del voto europeo.
La prima parte della riunione, iniziata alle 16, è durata appena 20 minuti, giusto il tempo di impugnare una legge regionale del Piemonte. Rinviati invece in prima serata, alle 20.30, dopo il rientro del premier Giuseppe Conte da Norcia, i temi più “caldi” . L’ordine del giorno della seconda parte è di quelli pesanti: sul tavolo c’è infatti il controverso decreto “sicurezza bis”, voluto da Salvini e criticato dagli esperti dei diritti umani dell’Onu. E il decreto “famiglie” portato da Di Maio, con un fondo da un miliardo di euro per aiutare i nuclei in difficoltà. Accompagna entrambi i provvedimenti (inviati per conoscenza al Quirinale) l’inedita formula «inizio esame», che sembra escludere un via libera immediato .
Proprio in merito al dl “sicurezza bis” nel corso della seconda parte del Cdm si è appreso che il premier Giuseppe Conte ha segnalato alla riunione come alcune criticità sul provvedimento siano state segnalate anche dal Quirinale. Un elemento che ha alimentato le tensioni in Cdm, con il vicepremier Matteo Salvini che – stando a fonti del governo – avrebbe detto (rivolto a Conte): «Attendo di capire quali siano le criticità del decreto».
Il vicepremier Matteo Salvini ha quindi annunciato l’ok «salvo intese» al Ddl sui magistrati onorari. «Altra promessa mantenuta, tutelati migliaia di lavoratori messi a rischio dai governi del Pd e garantito il funzionamento della giustizia. Sono soddisfatto per il lavoro fatto anche sui magistrati onorari» ha detto. Soddisfazione ha manifestato anche il ministro alla Giustizia, Alfonso Bonafede.
In pista ci sono poi le intese sulle autonomie regionali invise al M5S (qui la formula è «aggiornamento sullo stato dell’iter», che allontana la possibilità di un disco verde definitivo) e l’altro disegno di legge sul nuovo regolamento per le spese di Giustizia. Tra i primi atti deliberati nel corso della riunione, iniziata con circa un’ora di ritardo, alle nomine di Biagio Mazzotta alla Ragioneria Generale dello Stato, di Giuseppe Zafarana quale nuovo Comandante generale della Guardia di Finanza, e dell’economista Pasquale Tridico al vertice dell’Inps. In questo caso si è trattato dell’investitura ufficiale.
Novità anche per quanto riguarda il capitolo scuola. «Il Consiglio dei ministri – fa sapere Salvatore Giuliano, sottosegretario del MoVimento 5 Stelle al Miur – ha approvato un provvedimento sulla disabilità a scuola. Con la revisione del decreto delegato della ‘Buona scuola’ 66/2017 potremo migliorare l’inclusione degli oltre 200mila studenti con disabilità, aumentando la partecipazione di tutti i soggetti che affiancano questi giovani nella vita di tutti i giorni».
I ministri della Famiglia e disabilità, Lorenzo Fontana, e dell’Istruzione, Marco Bussetti, entrambi della Lega, definiscono «una rivoluzione culturale nel campo dell’inclusione» il testo che il consiglio dei ministri ha approvato questa sera in via preliminare.
A complicare i rapporti nel Governo dopo giorni di attacchi tra i due partiti alleati ci sono poi i dubbi sull’atteggiamento super partes del premier, dubbi avanzati in una intervista dal sottosegretario leghista alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti. «C’è una grammatica costituzionale: se si mette in dubbio l’imparzialità e l’operato del presidente del Consiglio si mette in discussione anche l’azione di governo e allora bisogna farlo in base a percorsi chiari e trasparenti», ha replicato Conte a poche ore dal Consiglio dei ministri, invitando a utilizzare, per le critiche sulle sue scelte, lo stesso Cdm e «in prospettiva anche il Parlamento». «Non possiamo accettare allusioni, insinuazioni affidate alla stampa con una mezza intervista, un mezzo video su facebook. Chi lo fa se ne assuma conseguentemente la responsabilità», ha concluso il premier.
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