Nel risiko dei top job Ue salgono le quotazioni della presidente ad interim della Banca Mondiale ed ex commissaria Ue al bilancio Kristalina Georgieva (Ppe) come leader dell’esecutivo comunitario. Il nome della politica bulgara fa parte, assieme a quello del premier croato Andrej Plenković e della presidente lituana Dalia Grybauskaitė, di una rosa di candidati su cui il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk punta anche per la sua successione.
GEORGIEVA IN POLE PER IL COMPROMESSO
La situazione è comunque in assoluto divenire e dopo le elezioni Ue la cena dei 28 leader di martedì prossimo potrebbe essere teatro di un conflitto tra Eurocamera e Consiglio sul percorso da seguire per la scelta del presidente della Commissione europea, col Parlamento Ue che potrebbe voler insistere con la procedura dello Spitzenkandidat, percorso che vari leader, a partire dal presidente francese Emmanuel Macron, non sembrano disponibili a seguire. Un braccio di ferro che potrebbe durare fino al vertice del 20 giugno, dove il quadro dovrebbe farsi più chiaro, anche in vista della nomina del presidente del Parlamento europeo, la prima settimana di luglio: un posto a cui ambisce l’ex premier belga ed esponente dei liberali dell’Alde Guy Verhofstadt. Stando alle ultime indiscrezioni circolate però, famiglie politiche diverse, dopo vari passaggi, potrebbero trovare un compromesso su Georgieva per la Commissione. Un nome che risolverebbe, in un colpo solo, la necessità di rispettare l’equilibrio geopolitico e quello di genere.
GIÚ LE QUOTAZIONI DI BARNEIR E WEBER
In discesa appaiono invece le possibilità del capo negoziatore della Ue per la Brexit, il francese Michel Barnier, di ottenere la poltrona di Jean-Claude Juncker: la sua campagna elettorale ombra, iniziata ormai mesi fa dopo aver dato il suo via libera alla candidatura di Manfred Weber alla convention di Helsinki, viene letta – nel Ppe – come una sorta di tradimento. Ancora più improbabile sembra l’incoronazione di Manfred Weber, da alcuni indicato come il candidato del cancelliere austriaco Sebastian Kurz, ora indebolito dall’Ibiza-gate. In pochi sono pronti a scommettere che il Parlamento europeo – che pur potrebbe voler insistere con la procedura dello Spitzenkandidat – lo sosterrà in modo compatto. E la sua potrebbe essere la prima candidatura silurata. Nella nebulosa di nomi circolata a Bruxelles negli ultimi giorni riemerge anche quello di Enrico Letta per la presidenza del Consiglio europeo. Le incognite tuttavia sono numerose, spiegano le fonti, e molto dipenderà dal risultato del Pd al voto delle Europee. Anche perché se nel gioco delle alleanze e delle geometrie variabili la poltrona dovesse spettare ai Socialisti e democratici, la Spagna di Pedro Sanchez avrebbe molte credenziali da vantare.
IL 24 MAGGIO INCONTRO CONTE- TUSK SULLE NOMINE
Emergono anche i primi rumours sui desiderata per i portafogli dei futuri commissari, con Irlanda e Polonia che, come l’Italia, sarebbero interessati all’Agricoltura. La Lega punterebbe a piazzare un proprio candidato, ma a Bruxelles c’è chi spiega che l’Italia avrà maggiori chance di ottenere un portafoglio più pesante quanto meno il candidato porterà l’imprimatur di Matteo Salvini. Elemento che potrebbe favorire una candidatura del ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, il cui nome continua a circolare. Il tema nomine sarà comunque al centro dell’incontro tra Tusk ed il premier Giuseppe Conte previsto per venerdì a Roma in preparazione di settimane che si annunciano di fuoco.