Pubblicato il: 22/05/2019 15:52
A partire dalle collezioni donna primavera/estate 2020, Prada non utilizzerà più pellicce animali nella realizzazione di nuovi prodotti. Ad annunciarlo oggi è il Gruppo, sottolineando che lo stock continuerà ad essere oggetto di vendita fino esaurimento.
“L’innovazione e la responsabilità sociale sono parte dei valori fondanti del Gruppo Prada e la decisione di sottoscrivere la politica fur-free rappresenta un importante traguardo nell’ambito di questo nostro impegno – dichiara Miuccia Prada – La ricerca e lo sviluppo di materiali alternativi consentirà all’azienda di esplorare nuove frontiere della creatività e di rispondere, allo stesso tempo, alla domanda di prodotti più responsabili”.
L’annuncio del gruppo è arrivato in collaborazione con la Fur Free Alliance, il network che riunisce più di 50 organizzazioni che si battono per la protezione degli animali in oltre 40 Paesi, ed è frutto di un dialogo positivo intercorso tra il Gruppo, i membri del network, Lav e The Humane Society of the United States.
“Fur Free Alliance si congratula con il Gruppo Prada per la sua svolta fur-free – commenta Joh Vinding, presidente della Fur Free Alliance – Il Gruppo e i suoi brand si aggiungono a un elenco sempre più lungo di marchi fur-free che testimonia un nuovo approccio dei consumatori nei confronti degli animali”. Per Simone Pavesi, manager per Lav dell’area Animal Free Fashion, “la decisione del Gruppo Prada di adottare una politica fur-free è coerente con una nuova idea di lusso più etico e sostenibile e risponde alle aspettative dei consumatori, oggi più attenti a scegliere prodotti che rispettino l’ambiente e gli animali”.
E così oggi, “uno dei più grandi gruppi nel settore del lusso è diventato un player importante in materia di rispetto degli animali e di innovazione, a vantaggio delle generazioni future”, aggiunge PJ Smith, direttore della fashion policy presso The Humane Society of the United States. Il dialogo con il Gruppo Prada è iniziato poco più di un anno fa. Tempi rapidi, quindi, per imboccare la strada della moda fur free.
Il Fur Free Retailer Program coinvolge già 1.000 aziende. “Ritengo estremamente improbabile che la pelliccia torni mai a essere considerata un trend accettabile”, conclude Brigit Oele, program-manager della Fur Free Alliance.
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