«Io mi sento cittadina europea, e mi piacerebbe che tutti potessimo sentirci tali, un giorno». Se si cercasse una persona in grado di rappresentare la cosiddetta “generazione Europa”, Giulia Pastorella sarebbe una validissima candidata. Milanese, trentaduenne, ha studiato a Oxford, Parigi, Londra e nel 2016 è stata scelta da Forbes tra i cinque italiani under 30 più influenti del mondo e lavora in Hp, dove si occupa di individuare una via green per la crescita dell’azienda. A proposito di candidature, Pastorella ha deciso di candidarsi alle prossime elezioni europee per la lista di +Europa nel nord ovest, perché, spiega a Linkiesta, «queste elezioni sono il vero spartiacque dell’Unione: o la distruggiamo o cerchiamo di portarla avanti meglio di come abbiamo fatto sinora». Di sicuro, non per tracheggiare così com’è ora, «dominata da sentimenti emergenti di risentimento e di paura, strumentalizzati da forze politiche illiberali o, al peggio, non esattamente democratiche».
Pastorella, è colpa dello stallo europeo, se oggi i populisti sono tanto forti nel Vecchio Continente?
Non sarei così netta. Però è vero che le forze liberali, popolari e democratiche hanno spesso risposto ai populisti in un modo che a mio avviso può risultare controproducente.
Cioè?
Hanno sovente messo in discussione le premesse – “gli immigrati sono meno di quel che dite voi”, per esempio -, salvo poi lisciare il pelo a paura e risentimento, presentando l’Europa come un alveo di protezione dalla modernità, sia essa l’immigrazione o la digitalizzazione. Anche loro, a loro modo, tradiscono spesso un’idea di Europa Fortezza, tutta ripiegata su se stessa, anziché protesa verso l’esterno. Così facendo non fanno che portare acqua al mulino alle forze che vorrebbero combattere.
Che idea dovrebbero portare avanti, al contrario?
Io credo che la strategia vincente parta da un’idea di Europa come un luogo in cui si rispetta la persona, chiunque essa sia, da qualunque parte provenga. E la cosa che mi preoccupa è che oggi il problema più evidente dell’Europa è che non ha gli strumenti per far rispettare i propri valori nemmeno da tutti i Paesi che ne fanno parte, Ungheria e Polonia prima di tutti.
Non riesce a farsi rispettare nemmeno dai propri cittadini, l’Unione Europea. Gli anti-europeisti, in questi ultimi anni, sono cresciuti enormemente…
L’Europa era una opportunità quando i benefici erano evidenti, quando l’economia cresceva. Quando le risorse sono diventate più scarse, a causa della crisi economica globale prima, e dei debiti sovrani poi, le opportunità sono diventate minacce, l’Unione Europea è diventata il capro espiatorio perfetto per i Paesi che non volevano prendersi le loro responsabilità.
È colpa dell’Europa…
L’esempio classico sono i fondi europei. Sono un mare di soldi che perdiamo perché non li sappiamo usare, ma diamo la colpa all’Europa cattiva che ci impone l’austerità. Ma pensiamo a tutte le volte in cui i nostri politici vanno in televisione a raccontare come l’Europa dovrebbe cambiare, dove dovrebbe investire, e poi non si presentano alle riunioni che decidono il bilancio settennale dell’Unione.
https://www.linkiesta.it/it/article/2019/05/22/giulia-pastorella-piu-europa-elezioni-europee-intervista/42245/