Detto così sembra razionale, ma se nel novembre 2017 erano tutti d’accordo perché non si è fatto nulla?
Perché dopo cinque anni di discussioni, di progetti e contro progetti, valutazioni e verifiche fatti da tutti su tutto nel pieno rispetto del regime consociativo in cui affoga da sempre l’Italia, è entrato in carica il governo gialloverde e ha annunciato l’analisi costi benefici del progetto. Dico annunciata, perché ancora non si è visto nulla. Così tutto è stato bloccato con buona pace dell’interesse dei veneziani. Questa vicenda è l’esempio tipico della marmellata burocratica all’italiana fatta di conflitti di competenze e mancanza di decisioni, le navi da crociera continuano a girare tranquillamente nel bacino di San Marco.
Si sarà fatto un’idea del perché si è formata questa marmellata.
Ci sono tanti interessi in gioco. Se ci sono dei rinvii e si allungano i tempi le compagnie delle navi da crociera riescono a fare affacciare dal balcone della cabina ancora più passeggeri e far guardare loro da vicino piazza san Marco. Più rinvii più passeggeri. E questo ha valore economico non indifferente. Anche se devo dire le compagnie di crociera non hanno mai negato la disponibilità a partecipare alla realizzazione di progetti alternativi. Poi c’è un interesse più nobile e legittimo che ha bloccato la decisione. I progettisti e gli esperti del settore hanno da decenni valutazioni differenti sul futuro di Venezia e della sua laguna di Venezia.
Quali sono i progetti in campo oltre all’ipotesi di Porto Marghera.
Il porto attuale dove arrivano ora i passeggeri da crociera di fatto è una stazione marittima completamente nuova con infrastrutture dispendiose già costruite. Alcuni sostengono che se fosse abbandonata per puntare su Porto Marghera sarebbe uno spreco per la città. L’ipotesi era quella di scavare un canale nuovo che consentisse di uscire dal bacino di San Marco il canale della Giudecca ma di conservare l’attuale stazione marittima. Poi c’è la tesi del “No navi a Venezia”, che non manca mai. Addirittura c’è chi propone di spostare il traffico crocieristico a Trieste ma non è fattibile, le compagnie di crociera sarebbero le prime a dire di no. Ma queste ipotesi sono emerse tutte già otto mesi dopo del decreto, sono sempre le stesse da sette anni. A quel punto è cominciata la solita marmellata di cui parlavamo: ovvero demolire la posizione degli altri.
Il governo del cambiamento non ha cambiato questa situazione.
Per essere molto chiari i no navi, i no tav, no tap, no so che cos’altro, fanno parte della stessa famiglia della stessa cultura di governo e di Paese.
Ma prima del governo gialloverde ci sono stati sei anni di rimandi.
Il lavoro del mio successore Gian Luca Galletti, nel Governo Renzi, è stato pessimo. Invece di forzare i tempi e cercare di chiudere, di stare addosso alle autorità competenti per trovare la soluzione ha fatto un lavoro di galleggiamento. Chi ad un certo punto ha preso in mano la partita e ha cercato di trovare la soluzione è stato Delrio che faceva parte dello stesso governo.
Come si esce da questa marmellata?
Una volta individuate le opzioni bisogna dare nelle mani di una persona la responsabilità di decidere. Perché tutti hanno una un pezzo di competenza e giocano a fare veti o a non assumersi la responsabilità. Tutti si sciaquiando la bocca col Porto di Venezia dicendo che è un patrimonio mondiale, che deve essere protetto e deve avere livelli di salvaguardia superiori alla media. Bla bla bla. Tutti parlano ma le decisioni non vengono prese. Ma questo non vale solo per le grandi navi a Venezia.
Chi dovrebbe decidere?
Il sindaco di Venezia. La responsabilità deve essere presa da chi è stato scelto dai cittadini come governatore della città. Bisogna stabilire una volta in questo Paese linee precise responsabilità, ovviamente nel rispetto delle leggi. Poi si fidi ci sarà un altro problema.
Quale?
Nel decreto Clini-Passera ho introdotto delle procedure semplificate per la bonifica dell’area di Porto Marghera, un’area immensa. Con il ministro Galletti queste procedure sono state ulteriormente complicate. Ecco, non vorrei che una volta scelto il percorso più logico. ovvero il canale Vittorio Emanuele che arriva a Porto Marghera cominciassero a emergere le problematiche relative alle procedure per lo scavo dei canali e la classificazione dei fanghi. Normali procedure il cui Ricominciamo da capo e magari ricominciamo con un’altra marmellata.
https://www.linkiesta.it/it/article/2019/06/03/clini-nave-crociera-venezia-msc-opera/42385/