(ANSA) – NEW YORK – Leah Chase era conosciuta come “la regina della cucina creola”, e oltre ad essere una famosa chef di New Orleans, era anche un’icona del movimento per i diritti civili. Chase è morta sabato a 96 anni nella casa di suo figlio, vicina al suo ristorante, coma ha raccontato la figlia Stella Reese Chase. Leah era molto più di una chef di talento, e ha diffuso il suo messaggio attraverso libri di cucina, innumerevoli interviste e programmi televisivi. Nata a Madisonville, piccola cittadina sul lago Pontchartrain, in Louisiana, era la seconda di 13 figli, e poiché a Madisonville non c’erano scuole per gli afroamericani oltre la quinta elementare, fu mandata a vivere con una zia a New Orleans per completare la sua istruzione in una scuola cattolica romana.
Dopo alcuni anni di esperienza in un ristorante del Quartiere Francese, il matrimonio con un trombettista jazz e la nascita di quattro figli, spinse la famiglia ad espandere il loro locale dove vendevano panini per farlo diventare un ristorante raffinato come quello in cui aveva lavorato. Il Dooky Chase divenne l’unico locale di lusso di New Orleans dove gli afroamericani potevano riunirsi, e un punto di ritrovo per i leader del movimento per i diritti civili. Nel ristorante sono passati negli anni tanti clienti famosi, e la chef conosceva molto bene i loro gusti: il reverendo Martin Luther King Sr.
amava le costolette alla griglia, la cantante Sarah Vaughan ordinava granchi ripieni da asporto, e Nat King Cole un uovo cotto per quattro minuti. E nel 2008, ricorda il New York Times, Leah ha dovuto fermare l’allora candidato alla Casa Bianca Barack Obama che stava mettendo la salsa piccante nel suo gumbo (il piatto tipico della Louisiana), impedendogli di compiere quello che per lei era un vero peccato culinario. (ANSA)