Le gemelle cinesi, il cui genoma è stato modificato con la tecnica del taglia-e-cuci del Dna (Crispr), hanno un rischio di mortalità maggiore del 21%. La causa è nella stessa mutazione che dovrebbe proteggerle dall’infezione da Hiv, come indica l’analisi dell’università della California di Berkeley, pubblicata sulla rivista Nature Medicine.
I ricercatori, guidati da Rasmus Nielsen, hanno studiato oltre 400.000 genomi e i dati contenuti nella britannica Biobank, scoprendo che le persone che avevano due copie mutate del gene Ccr5 avevano un rischio maggiore di morte, tra 41 e 78 anni, rispetto a chi ne una sola copia o nessuna. Precedenti studi avevano collegato la presenza di due copie mutate di questo gene a un aumento quadruplo del tasso di morte dopo l’infezione da influenza. Il che potrebbe avere diverse spiegazioni, visto che la proteina codificata dal gene Ccr5, che non funziona in chi ha la mutazione in entrambe le copie del gene, è coinvolta in molte funzioni. Il gene modificato in questo caso codifica una proteina che si trova sulla superficie delle cellule immunitarie e aiuta alcuni ceppi del virus Hiv ainvadere le cellule.
Dall’analisi è emerso un maggior tasso di mortalità per chi ha entrambi i geni mutati. Poichè questa mutazione è abbastanza comune nell’Europa del Nord, deve essere stata favoritad alla selezione naturale in un dato momento della storia, e non per proteggere dall’Hiv, visto che il virus circola tra gli uomini dagli anni ’80. Secondo Xinzhu Wei, primo autore dello studio, “alcuni dati mostrano un legame tra la mutazione ed una maggiore sopravvivenza dopo un ictus, e protezione da vaiolo e alcuni virus, come quello della Dengue, Zika e Febbre del Nilo – conclude – Ci sono però ancora molte cose che non si sanno sulle funzioni dei geni, e la Crispr è troppo pericolosa da usare ora per modificare ovociti, spermatozoi, ed embrioni”.