La proroga dei versamenti dal 1° al 22 luglio è sempre più vicina. A mettere il primo sugello formale è il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, che ha firmato il Dpcm (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri) per lo slittamento del termine a causa del ritardo nella diffusione del software ufficiale per la compilazione (e quindi per il calcolo delle imposte dovute) delle nuove pagelle fiscali (gli Isa, ossia indicatori sintetici di affidabilità fiscale), che da quest’anno prendono il posto degli studi di settore. Si tratta di un primo (ma importantissimo) passaggio, perché il Dpcm ora va a Palazzo Chigi per la firma del premier Giuseppe Conte.
A questo punto servirà la registrazione della Corte dei conti per il successivo approdo in «Gazzetta Ufficiale».
La preoccupazioni di professionisti e associazioni di categoria
Professionisti e associazioni di categoria hanno più volte espresso forte preoccupazione del ritardo con cui sta viaggiando il debutto dell’operazione pagelle fiscali. Anche per questo gli uffici del Mef hanno cercato di accelerare sulla definizione del Dpcm così da non arrivare a ridosso della scadenza del 1° luglio.
I commercialisti: Isa solo facoltativi nel 2019
«Il Consiglio nazionale dei commercialisti, supportato anche dalle sempre più insistenti segnalazioni provenienti da tutti gli Ordini territoriali e dai referenti regionali della categoria per la fiscalità, ritiene ormai non più differibile un intervento normativo che disponga, con urgenza, il carattere meramente facoltativo dell’applicazione degli Isa e della compilazione dei relativi modelli per il corrente anno». È la principale richiesta contenuta nella missiva inviata oggi dal Presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani, al premier Giuseppe Conte. Per denunciare il gravissimo disagio in cui si trova attualmente la professione per i ritardi nella messa a disposizione degli strumenti necessari all’applicazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale, lo scorso 23 maggio i commercialisti avevano scritto anche al Ministro dell’Economia, Giovanni Tria.
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