In Australia, un milione di pesci sono morti per la siccita’ e sono finiti lungo le rive di un bacino fluviale; e l’ecatombe causa un tanfo insopportabile.
E’ un vero e proprio disastro ambientale. Le rive dei fiumi Murray-Darling, il piu’ grande bacino fluviale del Paese, sono coperte da pesci in putrefazione.
La moria di pesci (centinaia di migliaia gli esemplari morti, forse addirittura un milione) e’ diventata un caso nazionale e ha innescato scambi di accuse sulla causa e chi e’ responsabile. “E’ un evento ecologico devastante”, ha detto il primo ministro Scott Morrison, mentre impazzano sui social i video con scene apocalittiche.
“L’immagine visiva di questa strage e’ semplicemente sconvolgente”. Il governo attribuisce la moria alla siccita’, ma ce’ chi punta l’indice sulle politiche che hanno causato l’esaurimento idrico e l’inquinamento del sistema fluviale. Da anni infatti gli scienziati denunciano chi preleva dai fiumi enormi quantita’ di acqua per l’irrigazione.
“I pesci morti e i fiumi in secca non sono l’esito della siccita’, la causa e’ che abbiamo prelevato troppa acqua dai nostri fiumi”, ha denunciato John Williams, un esperto di economia idrica dell’Australian National University.
Il leader dell’opposizione Bill Shorten ha chiesto che il governo istituisca “una task force d’emergenza” per fronteggiare la situazione: “Non si puo’ ignorare un milione di pesci morti, e’ scioccante”.
Morrison ha insistito ricordando che il piano di gestione per il bacino Murray-Darling era bipartisan e ha aggiunto che il governo si sta limitando a seguire le politiche del governo laburista ora all’opposizione: “Non vorrei che qualcuno giochi a fare politica con quanto accade”. Ma gli scienziati sono sul piede di guerra: “Sono stati spesi miliardi per migliorare le infrastrutture di irrigazione”, ha detto Quentin Grafton, anch’egli della Australian National University, “ma senza alcun beneficio”.
(AGI)