Fotografie e dipinti si animano come nella saga di Harry Potter, muovendosi e uscendo in 3D dalla loro cornice: diventa così possibile fare due passi con Paul McCartney appena sbucato dalla copertina di ‘Help!’, oppure sedersi a prendere un tè con la Gioconda. La magia sta nell’algoritmo ‘Photo Wake Up’ che i ricercatori dell’Università di Washington presenteranno fra pochi giorni a Long Beach, in California, alla Conferenza di visione artificiale e riconoscimento delle forme (Cvpr 2019).
Per animare foto e dipinti, l’algoritmo identifica la persona ritratta nell’immagine e crea una maschera con gli stessi contorni del suo corpo: successivamente vi abbina un modello 3D e lo colora, ricostruendo in maniera creativa ma coerente anche la parte posteriore non visibile nell’opera di partenza.
Una volta unita l’immagine frontale con quella del retro, il modello 3D può finalmente muoversi, camminare, correre e saltare, mentre l’algoritmo ricrea e colora lo spazio alle sue spalle in modo da non lasciare uno spazio bianco.
Matisse’s “Icarus” (1944) (fonte: University of Washington)
Grazie ai visori di realtà aumentata, il soggetto dell’opera può letteralmente saltare fuori dalla sua stessa cornice e iniziare a camminare o correre al nostro fianco. Numerose le possibili applicazioni di questa tecnologia: secondo i ricercatori potrebbe essere usata nei videogiochi per creare avatar personalizzati, oppure nei musei per permettere ai visitatori una maggiore interazione con le opere in mostra.