Si profila il testa a testa a Cagliari, con il centrodestra in vantaggio, nella sfida più attesa tra i 28 Comuni al voto per questa tornata per le amministrative in Sardegna. Con 133 sezioni scrutinate su 174, Paolo Truzzo è avanti con il 50,72% (25.345 voti) contro il 47,20 dei voti per l’avversaria di Centrosinistra Francesca Ghirra (23.586 voti). Solo il 2,08% per il terzo candidato, Angelo Cremone, dei Verdes (1.040 voti). Se fossero confermate queste percentuali, non ci sarebbe neanche bisogno del ballottaggio. Quando sono state scrutinate 82 sezioni su 136, alle elezioni comunali di Sassari è in testa il candidato sindaco del centrosinistra, Mariano Brianda, magistrato, con il 33,86% delle preferenze, seguito dall’ex parlamentare Nanni Campus (30,63%), alla guida di cinque liste civiche, mentre il candidato del centrodestra, Mariolino Brianda, si attesta al 16,23% e quello del M5s, Maurilio Murru, al 14,57%. Si andrà, dunque, al ballottaggio. Ad Alghero, invece, vince il centrodestra. Non è ancora ufficiale perché mancano tre sezioni (50 su 53) ma il candidato sindaco Mario Conoci è saldamente in testa da inizio scrutinio con il 53,03% dei voti. Sconfitto il sindaco uscente Mario Bruno del centrosinistra (31,98%), mentre il candidato del M5s, Roberto Ferrara, si ferma al 14,98%.
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Primo sindaco leghista in Sardegna
Già eletti complessivamente nove primi cittadini che, con la loro lista senza sfidanti, hanno superato il quorum del 50% in piccoli centri. Tra questi spicca il primo sindaco leghista in Sardegna, Tittino Cau, a Illorai, nel Sassarese. Un risultato storico per il Carroccio, come ha sottolineato il segretario regionale della Lega e deputato Eugenio Zoffili: «È una grande soddisfazione per il nostro movimento».
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Affluenza in calo
Cala di quasi otto punti l’affluenza: la percentuale dei votanti si attesta sul 55,3%, rispetto al 63,1% della precedente tornata elettorale per le amministrative. E nella città di Cagliari ha votato il 51,7% degli aventi diritto (60,2% nel 2016). A Sassari l’affluenza arriva al 54,7% (63,8%), ad Alghero siamo al 58,6% (63,9% cinque anni fa). Al di là del calo dei votanti, per la nuova amministrazione regionale sardista-leghista, a guida Christian Solinas, si tratta di un piccolo test a pochi mesi dalle regionali di fine febbraio. Una verifica che arriva subito dopo le aspre polemiche che hanno caratterizzato gli ultimi giorni di campagna elettorale per il doppio incarico di governatore e senatore di Solinas e per una leggina sui vitalizi, che ha fatto gridare allo scandalo il Movimento 5 Stelle, presente alle competizioni elettorali di Sassari e Alghero ma non alla sfida di Cagliari.
Il voto anticipato di Cagliari
Il capoluogo è arrivato al voto con due anni di anticipo per le dimissioni del sindaco Massimo Zedda che ha optato per il Consiglio regionale dopo avere tentato senza successo di conquistare il governo della Sardegna. Sull’onda del successo dei sindaci «arancioni», di cui è stato uno dei motori nella stagione 2011-12, Zedda aveva riconquistato il governo della città nel 2016 con quasi 40mila consensi, il 50,8%. Una vittoria al primo turno, dopo il ballottaggio che lo aveva portato allo scranno più alto del municipio 5 anni prima con il 47,7%. Allora il Pd era il primo partito con il 19,2%, Sel – formazione politica in cui nasce Zedda – al 7,8% e il Psd’Az al 7 per cento. Era uscito sconfitto il candidato del centrodestra, Piergiorgio Massidda, fermo al 32,2%, (25.305 voti), mentre la sua coalizione di 14 liste era arrivata al 35,9% e Fi all’8,1%. L’aspirante sindaca del M5s, Maria Antonietta Martinez, si era dovuta accontentare del 9,2% la lista dell’8,7%.
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