Il violinista undicenne Teo Gertler che aprirà la rassegna ‘Stupore’ dell’Accademia Filarmonica Romana
Pubblicato il: 20/06/2019 16:37
Un lungo viaggio attraverso le diverse espressioni musicali di 11 Paesi, dal Giappone all’Iran passando per la Colombia. Un programma che si muove dalla musica classica al jazz, senza dimenticare la musica contemporanea, quella etnica e quella tradizionale. Il tutto con un solo filo conduttore: ‘stupire’ il pubblico che parteciperà ai concerti. E’ il Festival estivo dell’Accademia Filarmonica Romana, che quest’anno è intitolato appunto ‘Stupore’, in programma nella Capitale nella Sala Casella e nei Giardini della Filarmonica dal 26 giugno al 6 luglio. Il direttore artistico della Filarmonica Andrea Lucchesini spiega che quest’anno parteciperanno ai concerti alcuni Paesi “nuovi come l’Irlanda, la Bulgaria, gli Stati Uniti, la Colombia, paesi che da quest’anno sono entrati a fare parte degli ‘amici del Festival’. Abbiamo anche – aggiunge Lucchesini – molti paesi come Giappone, Iran, India e Corea che sono da noi da molti anni”. Paesi, questi ultimi, che “ogni volta portano espressioni diverse delle loro culture. Molte volte le varie esperienze si fondono e lasciano partire iniziative che verranno riprese l’anno dopo”.
Ad aprire la rassegna, il 26 giugno alle 20, saranno proprio due artisti che non mancheranno di sorprendere: il primo concerto sarà affidato, infatti, all’enfant prodige appena undicenne Teo Gertler . Il violinista slovacco si esibirà nella Sala Casella accompagnato da un’altra giovane promessa, il pianista italiano ventiduenne Antonio Gomena. Il lungo percorso in musica si chiuderà invece la sera del 6 luglio con il concerto ‘In questo viaggio del Tupa Ruja’, formazione in trio (Martina Lupi, Alessandro Gwis, Fabio Gagliardi) che fonde le sonorità della cultura aborigeno-australiana con le improvvisazioni vocali e sperimentazioni elettroniche, recuperando brani di lingue e dialetti diversi. Alle 21,30 spazio a ‘‘s Wonderful’ e la voce di Raffaella Misiti, accompagnata da Pino Perris al pianoforte, Alessandro Tomei ai fiati, Aldo Perris al contrabbasso e Francesco De Rubeis alla batteria. Un incontro e un racconto con la musica dei tanti musicisti europei che fra le due guerre migrarono oltreoceano, e i suoni, nuovi, inaspettati, provenienti dalle Americhe. Lo testimoniano le musiche di Gershwin, Berlin, Weill, Gardel e Piazzolla.
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