“Avrò un altro figlio che nascerà a maggio: speriamo che sia femmina”. Sono parole di speranza quelle di Tony, detenuto dal 2008 con fine pena nel 2030 per un omicidio. Parole di un uomo che ha sbagliato, sta pagando e ora è una persona diversa: “Per mio figlio non ci sono mai stato, però ce l’ho messa tutta e lui ora è bravissimo, andrà all’università. Ha interrotto una tradizione familiare, perché io sono stato in carcere fin da quello minorile, e anche i miei genitori li ho visti entrare ed uscire”.
Una storia di rinascita possibile grazie al percorso rieducativo che Tony ha seguito nella Nave, il reparto speciale del carcere di San Vittore, dove la pena diventa un’occasione e un’opportunità attraverso l’arte, la poesia, la scrittura: in una parola alla ‘bellezza’. Le attività sono organizzate dal reparto La Nave della Asst Santi Paolo e Carlo, reparto creato nel 2002 da Luigi Pagano e Gaziella Bertelli che oggi lo dirige.
Il coro, che tutte le settimane prova nella rotonda di San Vittore, proprio sotto l’insegna del “IV Raggio” ha cantato “Ma Mi'” insieme a un’ospite d’eccezione: Ornella Vanoni. Il concerto si è svolto davanti al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, per intonare un canto in milanese che racconta la storia di un uomo che ha passato “quaranta di’, quaranta nott a San Vittur a ciapaa i bott” – quaranta giorni e quaranta notti a San Vittore – reso celebre da Enzo Jannacci. Canto “libero”, lo hanno ribattezzato gli organizzatori dell’evento, perché l’esibizione è stata trasmessa – grazie al supporto tecnico della Rai di Milano – in diretta alla Triennale, dove Daria Bignardi, nella sala gremita di spettatori, ha inframezzato le canzoni con interviste ai detenuti.
L’iniziativa rientra nell’iniziativa ‘Ti Porto in prigione‘ dell’associazione Amici della Nave – presieduta dall’avvocato Eliana Onofrio – che propone ai detenuti la prosecuzione dei trattamenti che vengono fatti all’interno del carcere anche una volta usciti e di cui fa parte anche la mostra di fotografia sull’istituto penitenziario di via Filangieri, “In Transito. Un Porto a San Vittore” del fotogiornalista Nanni Fontana (allestimento di Cesare Ventura realizzato da Carlo Battaini, installazioni audio di Pietro Leddi, testi di Fabrizio Ravelli, progetto grafico di Eva Scaini, coordinamento di Cuca Manzella): un viaggio per immagini tra i detenuti e le tante attività del reparto La Nave; a fare da guida durante la mostra anche alcuni ex pazienti del reparto (i detenuti ospitati qui, infatti, hanno avuto problemi di dipendenza da alcol e droghe, sono seguiti da specialisti dell’Asst S.Paolo e S.Carlo).
“Soddisfatto” dell’iniziativa il direttore della casa circondariale Giacinto Siciliano: “Milano che è una città di eccellenza: non può non avere un carcere altrettanto di eccellenza, un luogo dignitoso dove il tempo sia tempo impegnato”. Una linea, quella della riabilitazione “attraverso il lavoro” condivisa anche dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede: “Ogni giorno si deve pensare che in carcere ci sia un proprio familiare stretto: dobbiamo agire per il benessere carcerario, con la stessa ossessione di fare qualcosa per un nostro familiare, sia esso un detenuto o un agente di polizia penitenziaria”.
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